Giulia Ceci, studentessa riminese in evidenza in prestigioso concorso di scrittura
La giovane di Novafeltria è arrivata quarta al concorso 'Arte di parole'

di Riccardo Giannini
Appassionata di lettura e di scrittura, la vivacità intellettuale della gioventù, ma anche una notevole maturità, per la sua età. Giulia Ceci ha 17 anni ed è una studentessa di Novafeltria dal notevole talento per la scrittura. E questa sua dote le ha permesso di mettersi in evidenza in un prestigioso concorso di scrittura nazionale, “Arte di Parole – Premio letterario Gianni Conti“, che quest'anno ha registrato numeri da record: 260 racconti inviati, 16 regioni e 70 scuole rappresentate. Il concorso, inserito con Decreto Ministeriale nelle eccellenze nazionali, è riservato infatti agli studenti delle scuole secondarie di 2°grado.
Giulia, studentessa dell'Istituto Scolastico Tonino Guerra di Novafeltria, indirizzo liceo scientifico, ha raccolto grandi consensi con il suo racconto “Cara bambina”, classificatosi al quarto posto. Ieri (sabato 20 maggio) Giulia, accompagnata dai genitori Claudio e Sara, è stata premiata a Prato.
“Cara bambina” , ambientato a Tehran, in Iran, è un racconto scritto sotto forma di lettera. Due, in particolare, scritte dalla donna iraniana Najma, la prima piena di gioia e ottimismo, in vista della nascita della figlia, un sogno interrotto però da un aborto. La seconda è invece una lettera a una bambina mai nata che diventa una lettera a tutte le figlie, a tutte le donne che lottano per i propri diritti e per la propria libertà. Il tema dell'edizione 2023 del concorso era la luce, che nell'opera di Giulia diventa la luce della speranza, la speranza di ricostruire quella libertà fatta a pezzetti da soprusi, violenze, ingiustizie; una luce che filtra da una piccola finestra nella buia cella in cui la protagonista del racconto trascorre le sue ore prima dell'esecuzione capitale. “Ho scelto di parlare delle proteste delle donne iraniane – ha raccontato Giulia durante la premiazione – perché penso che di questi temi non si parli molto, a scuola e in altri contesti, invece bisognerebbe farlo”. “Spero che queste tematiche – ha proseguito – possano arrivare a più persone possibili, ai miei coetanei, che magari non sempre le conoscono“.