A Ferrara c'è un luogo poco conosciuto immerso nel verde | Ecco l'oasi dove la natura si intreccia con il passato
Scopri l’Oasi di Campotto e le Valli di Argenta: natura, birdwatching, musei, storia e curiosità sul Delta del Po emiliano-romagnolo.

Nel cuore della provincia di Ferrara, a pochi chilometri da Argenta, si estende l’Oasi di Campotto, parte integrante delle Valli di Argenta, un complesso di zone umide patrimonio di biodiversità e memoria storica. Queste valli, nate tra l’XI e XII secolo per effetto delle piene del Po di Primaro, oggi rappresentano una delle più estese e vitali aree umide del Parco regionale del Delta del Po. L’area, riconosciuta sito Ramsar dal 1978, ospita oltre 1.600 ettari tra casse d'espansione, boschi igrofili, canneti e prati umidi, testimoni della trasformazione paesaggistica della pianura ferrarese.
Natura, avifauna e birdwatching
L’Oasi è suddivisa in quattro corpi principali: la Cassa Campotto, la Bassarone, la Valle Santa e il Bosco del Traversante.
La Cassa Campotto e la Cassa Bassarone fungono da casse di espansione, regolandosi tramite chiuse e pompe idrovore; qui si aggirano stagionalmente specie come aironi, germani reali e la rara moretta tabaccata, grazie alla presenza di ninfee e lamineti.
La Valle Santa, cuore umido dell’area, offre canneti e prati palustri ricchi di biodiversità vegetale e ornitologica, ideale per escursioni di birdwatching e riconosciuta meta privilegiata per appassionati e fotografi.
Il Bosco del Traversante, lembo di foresta igrofila residua, ospita salici bianchi, olmi e frassini, e può essere visitato solo con guide, poiché conserva un equilibrio ecologico sensibile. L’oasi ospita una stazione per il ringing degli uccelli migratori attiva dal 1977, fondamentale per il monitoraggio delle rotte migratorie nord‑adriatiche .
Storia, musei e radici culturali
L’Oasi è incorniciata dal Museo delle Valli di Argenta, situato nel suggestivo Casino di Campotto, villa del Settecento usata come casino di caccia e poi restauro per ospitare mostre permanent i su ambienti palustri, fauna, bonifiche e storia del territorio.
Accanto si trova il Museo della Bonifica, presso l’impianto idrovoro di Saiarino, e il Museo Civico di Argenta, veri fulcri della narrazione dell’ecomuseo, che raccontano la lotta secolare dell’uomo contro l’acqua e la formazione del paesaggio ferrarese.
Percorsi ciclabili e pedonali collegano la Pieve di San Giorgio, chiesa del VI secolo restaurata nel XII con mosaici e portale romanico, alla cassa Campotto e al museo, creando un itinerario integrato tra natura e archeostoria.
Questa via tra paesaggio e memoria è un autentico laboratorio culturale e naturalistico che celebra le radici romane di Argenta, crocevia tra Ferrara, Bologna e Ravenna.
Curiosità
L’Oasi di Campotto è stata protagonista della storica “battaglia dell’Argenta Gap” nel 1945: le basse valli offrirono un corridoio chiave per le truppe alleate, trasformando un paesaggio umido in sito cruciale per la Liberazione. Le tombe dei soldati del Commonwealth si trovano oggi nel vicino Argenta Gap War Cemetery, tra boschi e acque silenziose, memoria concreta di guerra e pace.