Accordo sul 5% del Pil per la Difesa entro il 2035, ma crescono tensioni interne

Da parte italiana, la premier Giorgia Meloni ha espresso pieno sostegno all’intesa

A cura di Redazione
25 giugno 2025 19:17
Accordo sul 5% del Pil per la Difesa entro il 2035, ma crescono tensioni interne - © Ansa
© Ansa
Condividi

Il vertice Nato si chiude con un accordo storico: entro il 2035, gli Stati membri dovranno destinare almeno il 5% del proprio Pil alle spese per la difesa. Un'intesa accolta con entusiasmo da Donald Trump, che l'ha definita una "fantastica vittoria per la sicurezza globale". Ma il clima resta teso. La Spagna ha rifiutato di aderire all'accordo, scatenando la reazione del presidente americano: "Madrid pagherà dazi doppi", ha minacciato Trump.

Nel documento finale del vertice è inoltre sparita ogni menzione esplicita all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza. È stato confermato soltanto l’impegno a "sostenere Kiev" nel suo percorso di autodifesa, senza ulteriori aperture formali all’ingresso del Paese nell’organizzazione.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato Trump a margine dei lavori, ottenendo solo una vaga apertura sull'invio di sistemi missilistici Patriot: "Vedremo se riusciremo a fornirli, sono molto difficili da ottenere", ha commentato l'ex presidente, probabile candidato repubblicano alle prossime elezioni statunitensi.

Da parte italiana, la premier Giorgia Meloni ha espresso pieno sostegno all’intesa: "Non toglieremo un euro alle nostre priorità nazionali. Non ricorreremo alla clausola di salvaguardia nel 2026. E sull’aumento dei dazi americani al 10% sono abbastanza d’accordo", ha dichiarato, cercando di mantenere un equilibrio tra le esigenze di difesa e quelle economiche.

Tuttavia, l’aumento delle spese militari e la prospettiva di tariffe doganali più elevate stanno generando malumori crescenti tra diversi Paesi europei. Il presidente francese Emmanuel Macron guida il fronte dei contrari: insieme a Germania, Belgio e Paesi Bassi, critica l'imposizione unilaterale di nuove soglie di spesa e l’aggressiva linea americana sui dazi.

Il prossimo confronto si preannuncia acceso: domani, nella sessione straordinaria del Consiglio Atlantico a Bruxelles, potrebbe scatenarsi un duro scontro tra gli Stati Uniti e i partner europei più riluttanti.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Altarimini sui social