Alta Valmarecchia e spopolamento, Sadegholvaad: "Turismo non basta. Servono lavoro e servizi"
Alta Valmarecchia, continua lo spopolamento. La riflessione del sindaco di Rimini e Presidente della Provincia

In occasione di un pubblico dibattito alla Festa dell’Unità di Santarcangelo, il sindaco di Rimini e Presidente della Provincia Jamil Sadegholvaad si è soffermato sul tema dello spopolamento dell’Alta Valmarecchia.
“Al censimento della popolazione del 1961 gli abitanti ufficiali della Valmarecchia erano 43.774, residenti in 11 Comuni vale a dire i 7 dell’alta Valmarecchia + i 4 più a valle, Torriana, Poggio Berni, Verucchio e Santarcangelo. Di quei 43.774 il 52,7 per cento (23.102) viveva nei sette Comuni dell’alta Valmarecchia mentre il 47,3 per cento (20.672) nella bassa valle“, esordisce Sadegholvaad.
Nel 2019, ultimo anno della pandemia, “vivevano nei Comuni della Valmarecchia (ridottisi a 10 per la fusione tra Torriana e Poggio Berni) 54.326 persone, con un aumento di 10.552 residenti rispetto al 1961. Ma di quei 54.326 ben il 68,8 per cento risiedevano nella pianura mentre l’alta valle, in precedenza predominante, riduceva il suo peso al 31,2 per cento”.
In 40 anni, osserva, “c’è stato dunque un radicale ribaltamento demografico, uno scivolare a valle verso Rimini degli abitanti e uno spopolamento progressivo della collina e della montagna”.
Per interrompere il progressivo spopolamento servono quindi “servizi, servizi sanitari, trasporto pubblico e lavoro”. Sadegholvaad respinge la visione di un entroterra come luogo di “Seconde case e gite domenicali fuori porta, con relativa monocultura turistica, ad esempio, dei negozi e dei pubblici esercizi”. Serve una cura molto più robusta, offrendo opportunità di lavoro e di conseguenza servizi.
“I numeri relativi al 1961, che ci restituiscono un quadro di paesi popolati, sono spiegabili con il fatto che allora lavoro e servizi erano presenti in maniera diffusa in quei luoghi. Pensiamo solo, parlando di mobilità, al trenino che collegava Rimini alla Valmarecchia. Oggi meno, molto meno“, aggiunge il sindaco.
Per far rivivere l’entroterra, “occorre semplicemente che una famiglia giovane con figli non debba fare ogni giorno centinaia di km per andare al lavoro o accompagnare il figlio in palestra o fare spesa all’alimentari o prendere un appuntamento per una visita sanitaria”.
Il turismo è fondamentale, un asset “prioritario”, ma non è l’unico fronte su cui intervenire. “Da Santarcangelo in su non ci si può trasformare tutti in osti, ristoratori, gestori di strutture ricettive diffuse e basta”.
“La necessità di consolidare il collegamento tra mare e collina in chiave turistica è un obiettivo primario che fa bene a tutti ma non possiamo raccontarci che il futuro della Valmarecchia e della Valconca sia legato solo e soltanto a questo”, chiosa Sadegholvaad.