Aspiranti avvocati in calo? "Non da tutti è così: e con noi fanno pratica con i processi storici e letterari"

Rimini, l'avvocato Grassi utilizza simulazioni letterarie per formare giovani praticanti avvocati

A cura di Riccardo Giannini Redazione
06 aprile 2025 06:33
Aspiranti avvocati in calo? "Non da tutti è così: e con noi fanno pratica con i processi storici e letterari" -
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In Italia sta calando il numero degli avvocati. Come riferisce Il Sole 24 Ore, negli ultimi 5 anni si sono persi 12.000 abilitati. Gli ordini professionali, tra cui quello di Roma, da tempo hanno lanciato l’allarme. Per qualcuno si tratta di un fatto fisiologico, ad ogni modo c’è l’impressione che la toga diventi sempre meno attraente per i giovani e le giovani.

Un’impressione però non condivisa dall’avvocato riminese Davide Grassi, che gestisce il suo studio con l’avvocata Gaia Galeazzi, che attualmente sta ospitando quattro praticanti.

E per l’occasione, Grassi ha voluto condividere il suo particolare metodo di “formazione” delle giovani leve. “Oltre a dedicarci alla risoluzione di casi reali, esploriamo anche il mondo della storia e della letteratura. Analizziamo e simuliamo processi prendendo come esempio le storie di personaggi letterari come Amleto, Ulisse”, racconta Davide Grassi.

Accusa e difesa, i praticanti si dividono e si danno battaglia legale. Il format è quello dei processi storici, proposto anche in Provincia di Rimini, con attori e veri protagonisti del mondo giudiziario, come il Sostituto Procuratore Davide Ercolani. “L’idea di ricorrere a casi storici e letterari per allenarsi nella pratica legale nasce dal desiderio di comprendere meglio le complesse questioni legali attraverso l’analisi di eventi storici e le situazioni morali ed etiche descritte nella letteratura”, aggiunge Grassi. Si inscenano quindi veri processi, una simulazione in cui i personaggi storici e letterari vengono accusati o difesi in Tribunale.

“Prendiamo, ad esempio, Amleto di William Shakespeare. Il principe danese, tormentato dal dubbio e dalla vendetta, potrebbe essere processato per l’assassinio del re Claudio. La difesa potrebbe argomentare che Amleto agisse sotto l’effetto di uno stato di follia temporanea, mentre l’accusa potrebbe sostenere che il principe, pur essendo consapevole delle sue azioni, abbia agito con premeditazione, in nome della giustizia personale“, racconta Grassi.

I tirocinanti dunque mettono alla prova la capacità di analizzare le leggi, ma devono anche immedesimarsi nel contesto storico e culturale e capire la psicologia dei personaggi: “Nel processo ad Amleto, non solo si deve argomentare su prove e testimonianze, ma si esplorano anche le motivazioni morali di un giovane uomo che, dopo la morte del padre, cerca di vendicare un crimine che lo tormenta”.

I ragazzi e le ragazze rispondono con entusiasmo a queste simulazioni: “È una cosa che li motiva, hanno la possibilità di fare la pratica anche con i casi reali, quelli che seguiamo questo studio, ma questo stimola la creatività e quello che è necessario per l’approccio alla professione”.

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