Autunno caldo a Rimini: spese in aumento, stangata da 2.970 euro per le famiglie
Rimini rimane fra città più care d’Italia

L’Associazione Federconsumatori di Rimini segnala che l’inflazione a Rimini ha raggiunto il +1,7% su base annua ad agosto, superando di 0,6 punti percentuali il dato nazionale. Questo fenomeno, consolidatosi nel nostro territorio, colpisce duramente il reddito e le capacità di spesa delle famiglie riminesi, specialmente quelle più vulnerabili dal punto di vista sociale.
Al termine delle vacanze, le famiglie si trovano ad affrontare non solo un’inflazione più alta rispetto ad altre città, ma anche una serie di spese autunnali. L’Osservatorio Federconsumatori ha calcolato che, nonostante una diminuzione dell’1,2% nei costi di abitazione, acqua, elettricità e gas, la spesa complessiva per i mesi autunnali aumenterà, prospettando un autunno “caldo” sul fronte dei costi familiari.
In dettaglio, le famiglie dovranno far fronte a una stangata autunnale (settembre-novembre) di 2.970,35 euro. Le voci di spesa includono bollette, TARI, riscaldamento, materiale scolastico (+4%) e spese sanitarie, poiché molti rimandano visite e accertamenti al rientro dalle vacanze. Purtroppo, l’aumento dei costi sanitari (+3,2% a Rimini) porta molte persone a rinunciare alle cure, come evidenziato da un recente report Deloitte, secondo cui il 29% degli intervistati ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a cure negli ultimi 12 mesi. A queste spese si aggiungono i rincari alimentari, che faranno lievitare ulteriormente i costi.
In questa situazione di difficoltà, questi costi risultano estremamente onerosi e, per alcuni, insostenibili. Le ripercussioni non si limitano alle condizioni di vita delle famiglie, ma rischiano di colpire duramente il sistema economico locale, abbattendosi sulla domanda interna e sull’intero sistema produttivo.
Per questo motivo – spiega l’Associazione Federconsumatori riminese – è fondamentale che il Governo, tra scandali e propaganda, torni a occuparsi dei cittadini adottando misure per sostenere le famiglie e contenere i rincari, attraverso: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo; la promessa e mai realizzata riforma delle accise e degli oneri di sistema su beni energetici e carburanti; la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e un’azione determinata contro la povertà alimentare; maggiori aiuti per affrontare le spese scolastiche; misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, attraverso il rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non solo quelli da lavoro autonomo e più elevati.