Bollini, addio al San Marino: "Partenza a rilento inevitabile, abbiamo rifondato e serviva tempo"

Bollini lascia il San Marino: "Comunque qui tre anni indimenticabili e irripetibili

A cura di Redazione
28 settembre 2024 07:16
Bollini, addio al San Marino: "Partenza a rilento inevitabile, abbiamo rifondato e serviva tempo" - Gianluca Bollini
Gianluca Bollini
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di Riccardo Giannini

La vita, al bando retorica e moralismi, è fatta di compromessi. Figuriamoci il calcio. Il problema è che nel pallone c’è un giudice incontestabile: il risultato. Senza, i compromessi non tengono più in piedi il rapporto.

I risultati non brillanti di inizio stagione (1 sconfitta in coppa, 2 sconfitte e 1 pari in campionato) hanno così portato alla separazione tra il San Marino del presidente Emiliano Montanari e il direttore sportivo Gianluca Bollini, l’uomo che negli anni aveva portato il Victor San Marino, dopo la rinascita, alle porte del calcio professionistico.

Bollini si è dimesso, la separazione è stata amichevole anche se dolorosa. E qual è stato il compromesso?

Tutti i nuovi azionisti di riferimento cambiano gli uomini nei ruoli apicali della società di cui hanno acquisito la maggioranza. Montanari ha scelto, convintamente, di confermare Bollini, vertice dell’area tecnica, avendo stima dell’uomo e del direttore sportivo, delegandogli anche la scelta dell’allenatore, che verosimilmente avrebbe voluto per sé (o comunque che avrebbe voluto decidere con i suoi uomini di riferimento, Napolitano e Montella).

Ma quando Bollini non ha più sentito la fiducia, il rapporto si è interrotto.

“La causa delle mie dimissioni è l’incompatibilità di pensiero con il presidente“, ribadisce Bollini.

“Io sono abituato a vedere il calcio in un certo modo, penso sia giusto dare tempo alle persone per lavorare. Non sono uno che agisce di pancia, che dopo tre sconfitte mette in discussione uno staff di persone. Domenica abbiamo perso a Corticella per due episodi sfortunati”, argomenta Bollini.

L’oramai ex ds domenica ha avuto un confronto con Montanari e ha difeso il lavoro dello staff. “Gli ho spiegato che serviva tempo. Gli ho detto che magari, nell’immediato, avrei cambiato 3-4 giocatori che non stanno rendendo per quello che dovrebbero rendere. Magari avrei cercato giocatori con più carisma. Ma sono convinto che il San Marino ne sarebbe uscito fuori”.

Il tempo è purtroppo un nemico, nel calcio. Ma Bollini ribadisce: “Il San Marino è partito a rilento perché è stato rifondato da zero. Abbiamo cambiato 23 giocatori su 26 disponibili e credo che che un periodo di adattamento ai ragazzi, per far sì che i potessero diventare squadre, fosse auspicabile”.

Il direttore sportivo spezza un lancia verso l’allenatore Cascione: “Il mister ha avuto la squadra al completo una settimana prima dell’inizio del campionato: il ritiro lo abbiamo fatto con tanti giovani, compresi quelli della Juniores. I giocatori, per tanti problemi non legati né a me, né al mister, sono arrivati a spizzichi e bocconi durante l’estate. Non si poteva dare subito identità alla squadra”.

Tempo dunque di salutare, ma Bollini lascia San Marino con la consapevolezza di aver firmato una pagina importante della storia della società: “Mi rimane l’esperienza dei 3 anni vissuti qui, irripetibili e indimenticabili”.

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