Calcio Prima, Victoria: per il centrocampo Matteo Stanco. Esperienza, quantità e qualità
Classe 1991, ha militato in Eccellenza con la maglia del Tropical Coriano


Matteo Stanco, classe 1991, sarà il perno del centrocampo del Victoria. Un giocatore di esperienza, quantità e qualità, che ha sviluppato la sua carriera tra due piazze: Morciano in due tempi (tanta Prima categoria dopo la promozione dalla Seconda) ed in mezzo Tropical Coriano tra Promozione ed Eccellenza conquistata allo spareggio di Cervia nella finale playoff quando alla squadra di mister Zagnoli serviva solo un risultato: la vittoria.
Lo ha voluto mister Lorenzo Ricciatti che ha giocato con Stanco di cui è coetaneo in Prima categoria, al Morciano.
Matteo Stanco, perché il Victoria?
“Perché è la scelta migliore per me dal punto di vista logistico da un lato visto che lavoro a Rimini pur essendo di San Clemente e tecnico dall’altro: il club che punta ad un campionato di medio alta classifica con vista sui playoff. Gli stimoli non mancano, il direttore Trivulzio mi ha fatto un’ottima impressione, è stato convincente. Possiamo fare bene. Le offerte in Promozione non le ho considerate: troppo impegnative e io tengo a fare le cose per bene, con la massima professionalità, dando sempre il massimo. Qui credo ci siano le condizioni giuste”.
Le sue caratteristiche tecniche? Possiamo definirla un Gattuso?
“Sono un centrocampista centrale con spiccate qualità di interdizione, sono un giocatore aggressivo ma che sa anche fare gioco. Nel 4-4-2 sono uno dei due centrali, negli ultimi due anni ho giocato nei due di centrocampo nel 4-2-3-1, davanti alla difesa. Non ho grande confidenza con il gol anche per via dei compiti tattici che ho sempre svolto, cercherò di migliorare magari arrivando con più frequenza al tiro”.
Dalla Seconda categoria fino all’Eccellenza. Avrebbe potuto sfondare prima? Ha qualche rimpianto?
“Certe cose le capisci dopo, devo ringraziare l’amico Filippo Cipriani che ha giocato con me e che poi da direttore sportivo mi ha portato al Coriano con cui ho conquistato la promozione in Eccellenza togliendomi poi la soddisfazione di centrare la prima salvezza con la fascia da capitano. Mi ha fatto capire cosa significa avere delle ambizioni. Poi ad una certa età subentrano problemi di lavoro, la famiglia. Voglio dare un consiglio ai giocatori più giovani: con il lavoro, l’umiltà, la passione ci si può togliere tante soddisfazioni pur senza la qualità di colleghi più bravi e di nome. Io per il pallone non vado in vacanza durante il campionato, cerco di essere sempre presente all’ allenamento”.
Cosa può portare mister Ricciatti?
“E’ uno studioso del calcio, preparato. Abbiamo giocato insieme in Prima. Porterà idee, freschezza, la giusta spensieratezza. A Ricciatti piace far giocare la squadra”.
Cosa serve nel campionato di Prima categoria per ben figurare?
“Uno spogliatoio unito, un grande spirito di gruppo, massima fiducia in quello che il mister dice e propone. La mano del tecnico conta, ma contano anche i giocatori. Il risultato lo facciamo tutti insieme”.