Capitale della Cultura 2026 e lo spettro dei favoritismi, Sadegholvaad: “No interferenze politiche”
“Ma rimane il bello dell'Italia rappresentato dalle 10 finaliste”

Come ogni anno è trepidante l’attesa per la nomina della Capitaledella cultura 2026. Il percorso ha mostrato la diversità delle proposte che l’Italia può offrire al mondo. Dalle grandi città alle comunità più piccole, ciascuna ha portato avanti con orgoglio e competenza la propria candidatura. Ne è convinto il sindaco Jamil Sadegholvaad che ragiona però sulle dinamiche emerse a seguito di azioni e dichiarazioni di esponenti politici, in particolare del centrodestra, a favore di una specifica candidata hanno sollevato dubbi sulla trasparenza e l’equità del processo decisionale. “A nessuno sfuggono infatti le incredibili azioni e dichiarazioni da parte di esponenti del centrodestra e non solo a sguaiato favore di una sola candidata” dice il sindaco.
Si riferisce alle dichiarazioni di favoritismo da parte di alcuni politici, come il senatore di Fdi che ha evidenziato l’amicizia del Ministro Sangiuliano con L’Aquila, e l’annuncio “di un emendamento parlamentare per cui se dovesse farcela L’Aquila, automaticamente arriverebbe a questa città un milione di euro in più di finanziamenti ministeriali rispetto al plafond di tutti gli altri concorrenti. Infine ieri l’Istituto ministeriale del MAXXI si presta alla notizia di un accordo con la stessa città abruzzese in caso di aggiudicazione della candidatura 2026. In sostanza il ministro che giudica avvalla prima della decisione l’accordo tra un suo istituto e un concorrente in gara. L’arbitro che a mezz’ora dalla fine della partita si toglie la giacchetta e indossa quella di una delle due formazioni in campo”.
“Un frullatore delle elezioni regionali in Abruzzo”
Per Sadegholvaad la designazione è stata inevitabilmente coinvolta nel contesto delle elezioni regionali in Abruzzo, rischiando di diventare uno strumento politico anziché un riconoscimento del merito e della ricchezza culturale delle città candidate, “un frullatore delle elezioni regionali in Abruzzo”. Tuttavia, nonostante le interferenze esterne, resta saldo il fatto che le dieci finaliste rappresentano il meglio dell’Italia e bisogna proteggere l’integrità e la trasparenza del processo di selezione, basata esclusivamente sul merito e sulla qualità delle proposte presentate. “A rimetterci per prima è la splendida città di L’Aquila e la comunità aquilana. Una storia come la sua, di rinascita dopo il terremoto, non ha certo bisogno per affermarsi del doping di una politica rozza, incontinente e anche disperata” conclude.