Caro carburanti e bollette: rincari record. Federconsumatori Rimini: servono interventi immediati
Rincari che si aggiungono a quelli delle bollette di energia elettrica e gas


In provincia si registra un aumento significativo dei costi dei carburanti: rispetto a gennaio, la benzina è rincarata dell’1%, mentre il diesel del 2,5%. A segnalarlo in una nota stampa Federconsumatori Rimini. La benzina sfiora 1,80 €/litro e il diesel supera 1,72 €/litro nei distributori self-service; in autostrada, i prezzi arrivano a 1,90 €/litro per la benzina e 1,82 €/litro per il diesel. Questi massimi non si vedevano dall’agosto 2024.
Di seguito la nota stampa di Federconsumatori Rimini
Prosegue anche nella nostra provincia la scalata dei costi dei carburanti, che segnano oggi un rincaro, rispetto a inizio gennaio, del +1% per la benzina e del +2,5% per il diesel.
In provincia la benzina sfiora quota 1,80 euro al litro in media self service, e il gasolio supera quota 1,72 euro al litro. Sulle autostrade, i prezzi sono in media di 1,9 euro al litro per la benzina self e a 1,82 per il gasolio self. Non si vedevano massimi così alti da agosto 2024
Rincari che si aggiungono a quelli delle bollette di energia elettrica e gas, che secondo le prime stime potranno raggiungere aumenti tra il +20% e il +30%.
Le ricadute per i consumatori rischiano di essere estremamente pesanti e di trascinare nuovamente le famiglie e l’intera economia sull’orlo della crisi.
Stupisce e in un certo senso sconcerta l’immobilità del Governo di fronte a questa situazione. Governo che, ricordiamo, si era ripromesso in campagna elettorale di intervenire prima di tutto sulle accise, per poi smentirsi ipotizzando addirittura un aumento delle accise del diesel. La questione delle accise è ancora sul tavolo delle commissioni competenti, che dovrebbero discuterne la prossima settimana: stando alle ipotesi più recenti si parla di un aumento di 1 centesimo di euro per l’accisa sul diesel, con un contestuale taglio di 1 centesimo per l’accisa sulla benzina, nell’ottica di un progressivo riallineamento. Un centesimo che poi, per effetto dell’IVA (che non dimentichiamo è applicata anche sulle accise) si tradurrebbero ai costi odierni in circa 1,30 centesimi sul prezzo finale.
Peccato che l’esecutivo non abbia fatto i conti con la corsa dei prezzi: ricordiamo, infatti, che circa l’84% dei beni di largo consumo nel nostro Paese sono trasportati su gomma e, quindi, il rialzo dell’accisa sul diesel comporterebbe un rincaro generalizzato (a cui si sommerebbero anche le conseguenze dell’aumento delle bollette, come abbiamo già drammaticamente sperimentato). Rincari che costringeranno le famiglie ad ulteriori rinunce e sacrifici. Per questo è necessario intervenire per arginare, da subito, questa ulteriore corsa al rialzo, attraverso:
– Una riformulazione delle accise sui carburanti, con l’applicazione di un’accisa mobile realmente efficace;
– Lo scorporo delle accise dall’applicazione dell’IVA sui carburanti: da tempo sottolineiamo quanto sia insopportabile e iniqua l’imposizione di una tassa su un’altra tassa;
– L’attento monitoraggio su fenomeni speculativi che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.