Confesercenti Rimini: rischio di aumento dei costi energetici

Si tratta di una situazione da monitorare attentamente" dice Vagnini

A cura di Grazia Antonioli Redazione
08 gennaio 2025 10:36
Confesercenti Rimini: rischio di aumento dei costi energetici - Fabrizio Vagnini
Fabrizio Vagnini
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A dicembre, l’inflazione si è mantenuta stabile, con un’inversione positiva rispetto al 2023, grazie a un incremento del potere di acquisto delle famiglie. Gennaio porta con sé il rischio di un nuovo aumento delle bollette a causa delle tensioni sul gas naturale, con possibili effetti negativi sull’economia e sui consumi. A dirlo Fabrizio Vagnini presidente Confesercenti provinciale Rimini. Il ritorno alla crescita dei prezzi energetici potrebbe portare a un’inflazione più alta nel 2025, con impatti su famiglie e imprese, rendendo fondamentale il monitoraggio dei costi energetici e l’adozione di misure per il loro contenimento.

Di seguito la nota stampa di Fabrizio Vagnini

“I prezzi a dicembre, lo ha confermato ieri l’Istat, si sono mantenuti sostanzialmente stabili sul mese precedente e il 2024 è stato un anno di rientro dell’inflazione, scesa nella media annua all’1% rispetto al 5,3% del 2023. Nei primi nove mesi del 2024 l’incremento del potere di acquisto delle famiglie è stato pari al 2,5%, un andamento positivo favorito dai rinnovi contrattuali e che finalmente sembra aver iniziato a imprimere una spinta favorevole ai consumi, confermata anche dai dati sui saldi.

Ora però gennaio si apre con il rischio di trovare bollette pesantissime a causa delle tensioni sull’energia e in particolare sul gas naturale. Un ritorno alla crescita dei prezzi dei beni energetici potrebbe avere un impatto rilevante su tutta l’economia, con un nuovo incremento dell’inflazione e un impatto sui consumi di circa 2,1 miliardi di euro in Italia. 

Le oscillazioni dei prezzi del gas naturale degli ultimi giorni sono causate principalmente dall’interruzione del passaggio dei flussi attraverso l’Ucraina dal primo gennaio, sebbene si sia ancora lontani dai picchi del 2022, quando il gas aveva raggiunto i 340 euro a megawattora.  Si tratta di una situazione da monitorare attentamente: un ritorno alla crescita dei prezzi dei beni energetici porterebbe l’inflazione al 2,2% nel 2025, il doppio dell’anno appena concluso. 

A risentirne sarebbero inevitabilmente le imprese e la spesa delle famiglie, dal momento che i rinnovi contrattuali recentemente firmati non potevano incorporare questa eventuale nuova accelerazione dei prezzi. Sarà dunque fondamentale sorvegliare l’evoluzione dei costi energetici, e prendere in considerazione azioni per il loro contenimento come già fatto negli anni precedenti“.

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