Da vittima di tradimento all'accusa di violenza domestiche: 39enne dell'Alta Valmarecchia assolto
La moglie lo aveva denunciato, lui aveva scoperto il tradimento da un messaggio whatsapp


Un 39enne residente in Alta Valmarecchia, difeso dagli avvocati Maurizio e Martina Ghinelli, è stato assolto per non aver commesso il fatto nel processo in cui era imputato per maltrattamenti in famiglia e violenza privata, dopo la denuncia della moglie, dalla quale è di fatto separato.
La vicenda ha una premessa: entrambi i coniugi sono stati indagati per tentata estorsione nei confronti di un 60enne residente in Valmarecchia, l'amante di lei. Il 39enne aveva scoperto la relazione mentre era a cena con la moglie il 14 febbraio 2020: allo smartphone della donna, proprio nella serata di san Valentino, era arrivato un sospetto messaggio whatsapp e da lì la situazione era precipitata. Il 39enne riuscì a parlare telefonicamente con l'amante, entrando a conoscenza della relazione extraconiugale, lei invece si difese, negando il tradimento e sostenendo che l'uomo la stesse perseguitando. Il marito, che iniziò a manifestare problemi causati dallo stress, conati di vomito e insonnia, decise di chiedere la separazione, addebitando i costi di essi alla consorte, che in tutta risposta si rivolse all'amante, minacciando di denunciarlo per stalking, pretendendo 20.000 euro che sarebbero serviti per placare l'ira del marito. In tutta risposta il 60enne, avendo registrato le conversazioni telefoniche, presentò denuncia per tentata estorsione. Anche il 39enne fu così indagato per concorso morale e finì per patteggiare, mentre la moglie si fece carico del risarcimento dell'ex amante.
La vicenda però ebbe un seguito. Nel 2022 infatti il 60enne intentò causa civile per chiedere un risarcimento di 80.000 euro, a cui il 39enne rispose, sempre per vie legali, reclamando dalla moglie di essere risarcito per le sofferenze subite a causa del tradimento. La donna, in tutta risposta, denunciò il marito, riferendo di essere stata vittima di violenza domestica. Il giudice ha però ritenuto il rapporto caratterizzato da conflittualità da entrambe le parti, ma senza maltrattamenti del marito verso la moglie. Al centro del processo c'è stata l'analisi dei messaggi whatsapp scambiati tra coniugi e anche di alcune fotografie, che hanno costituito il corposo fascicolo della difesa. L'imputato e la denunciante avevano trascorso un periodo di vacanza in una località di mare delle Marche, pochi giorni dopo un episodio di presunta violenza denunciata dalla moglie: lei si era effettivamente recata in pronto soccorso per una lesione all'alluce del piede destro, che da referto del medico è risultata però conseguenza di un urto contro un mobile di casa. Nella denuncia contro il marito, aveva riferito che quel giorno lui le aveva afferrato l'alluce, torcendoglielo, per poi colpirla al volto. I segni di quei colpi sulle labbra erano stati poi nascosti, durante la visita in pronto soccorso, dalla mascherina del Covid. Nelle foto della vacanza, pubblicate sui social, le labbra però non presentavano alcuna tumefazione. Così, al termine del processo per rito abbreviato, l'imputato è stato assolto per non aver commesso il fatto.