Da rimini a Santiago di Compostela in bicicletta

[media id="764"]Da Rimini a Santiago di Compostela in bicicletta. Palmino Commodaro (47 anni) e Bruno Gatti (63 anni) partiranno mercoledì 17 settembre per una nuova avventura su due ruote. Lo scorso...

A cura di Redazione
10 settembre 2008 11:58
Da rimini a Santiago di Compostela in bicicletta -
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Da Rimini a Santiago di Compostela in bicicletta. Palmino Commodaro (47 anni) e Bruno Gatti (63 anni) partiranno mercoledì 17 settembre per una nuova avventura su due ruote. Lo scorso anno a fine agosto raggiunsero Lourdes in nove giorni (1.500 km), quest’anno ne aggiungono altri mille per completare un viaggio in bicicletta da sempre nei loro sogni.

In auto i km sarebbero un po’ meno (2.220), ma su due ruote vanno ovviamente evitate le autostrade e allora se ne aggiungono circa 300 per completare il pellegrinaggio.

Già, perché alla base della scelta delle mete, oltre alla smisurata passione per la bicicletta, c’è anche la volontà di raggiungere mete di pellegrinaggio cristiano.

La partenza è fissata alle 7.30 di mercoledì 17 settembre e fino a Lourdes il percorso sarà lo stesso dello scorso anno: Reggio Emilia, Tortona, Marina di Andora, Peymenade (Francia), Senas, Lunel, Carcassonne, Carbone, Lourdes. Poi biclette puntate su Sant Jean de Port, Pamplona (Spagna), Burgos, Leòn, Valle del Bierzo, Galicia e Santiago de Compostela. Il viaggio è programmato in 15-16 giorni.

“Questi lunghi viaggi in bicicletta – spiegano – sommano alcuni ingredienti per noi fondamentali: la bicicletta, l’amore per la natura e la nostra fede cristiana. Siamo allenati, ma la prova stavolta sarà veramente dura. Mediamente percorreremo 170 km al giorno, è la media giornaliera che i corridori professionisti hanno percorso all’ultimo Giro d’Italia, ma noi ce la prenderemo molto più comoda! Saranno quindi la fatica e le condizioni atmosferiche a dettare il ritmo. Lo scorso anno ci impiegammo un giorno in meno del previsto, speriamo di aver fatto bene i conti anche quest’anno e in ogni caso potremo anche ‘sforare’ un po’. L’importante è arrivare. Il passaggio più duro? Certamente i Pirenei, ma lì avremo anche uno scenario indimenticabile a sostenerci nella fatica”.

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