È la città natale del padre della cucina italiana: Artusi e la ricetta “scomparsa” che ha stupito l’Emilia Romagna

Forlimpopoli, patria di Pellegrino Artusi: storia, monumenti e la curiosità della ricetta “ritrovata” del cuoco che cambiò la cucina italiana.

A cura di Redazione
02 settembre 2025 14:00
È la città natale del padre della cucina italiana: Artusi e la ricetta “scomparsa” che ha stupito l’Emilia Romagna - Foto: Icio747~commonswiki/Wikipedia
Foto: Icio747~commonswiki/Wikipedia
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La città natale del padre della cucina italiana

Nel cuore dell’Emilia-Romagna, lungo la via Emilia, sorge Forlimpopoli, un borgo che deve la sua fama a Pellegrino Artusi, autore del celebre libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Pubblicato nel 1891, è considerato il primo ricettario della cucina italiana unificata e ha trasformato il modo di cucinare delle famiglie borghesi di fine Ottocento.
Il centro storico della città conserva la Rocca Albornoziana, imponente fortilizio trecentesco che oggi ospita il Museo Archeologico “Tobia Aldini” e un teatro comunale, simbolo della continuità tra passato e presente.

Passeggiando per le vie di Forlimpopoli si incontrano anche la Basilica di San Rufillo, primo vescovo della diocesi, e antiche case medievali che raccontano la prosperità del borgo tra Medioevo e Rinascimento. La città è famosa per la sua ospitalità e per la tradizione enogastronomica che ancora oggi si celebra ogni anno durante la Festa Artusiana, evento dedicato al cibo e alla cultura culinaria.

Casa Artusi e la ricetta “ritrovata”

Il cuore pulsante della cultura gastronomica di Forlimpopoli è la Casa Artusi, centro di cultura dedicato alla cucina domestica italiana. Inaugurata nel 2007, custodisce un’ampia biblioteca, laboratori di cucina e il famoso ristorante che ripropone fedelmente le ricette artusiane.
Una curiosità poco nota riguarda una ricetta “scomparsa” ritrovata negli archivi privati: si tratta di un’antica preparazione di “cappelletti di magro” che Artusi annotò ma non pubblicò nel suo libro, riscoperta dagli studiosi durante una catalogazione e oggi proposta durante eventi speciali a Casa Artusi. Questo dettaglio rende ancora più affascinante il legame tra la città e il suo illustre cittadino, mostrando come la ricerca gastronomica sia in continua evoluzione anche a distanza di oltre un secolo.

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