Educazione all’affettività nelle scuole: approvato l’Ordine del Giorno a Rimini

Il Consiglio Comunale di Rimini ha approvato un ordine del giorno per l’educazione affettiva nelle scuole

A cura di Riccardo Giannini Redazione
31 gennaio 2025 12:53
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Nella serata di ieri (giovedì 30 gennaio) il Consiglio Comunale di Rimini ha approvato con 17 voti favorevoli, 9 contrari e zero astenuti l’Ordine del Giorno presentato dai consiglieri Edoardo Carminucci, Marco Tonti e Giuliano Zamagni con oggetto: “Educazione all’affettività nelle scuole”.

“L’OdG – spiegano i promotori – mira a essere uno sprone positivo per scuole e dirigenti scolastici, valorizzando le migliori pratiche già in atto. Pur nel rispetto dell’autonomia scolastica, portare all’attenzione pubblica un tema così cruciale è apparso doveroso. L’Italia è tra i pochi paesi UE, insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania, a non rendere obbligatoria l’educazione affettiva e sessuale”.

Secondo dati Istat (2024), il 21,6% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze ha avuto il primo rapporto sessuale prima dei 16 anni; per l’Istituto Superiore di Sanità (2021), il 6,7% già a 14 anni o meno. La Società Italiana di Contraccezione (2017) rileva che il 10% degli adolescenti non usa metodi contraccettivi, mentre un adolescente su 20 contrae un’infezione sessualmente trasmessa. Oltre la metà delle nuove infezioni di HIV riguarda giovani tra i 15 e i 24 anni. Inoltre, nel 2022-23 il 3,8% degli studenti ha subito bullismo omofobico sistematico (+270% rispetto al 2020-21).

I consiglieri chiedono “un piano per l’educazione all’affettività che integri moduli dedicati alla salute riproduttiva e in un’ottica di parità di genere, coinvolgendo famiglie, docenti e istituzioni scolastiche in percorsi di formazione e dialogo per una società più inclusiva e consapevole”.

“È altresì urgente – aggiungono – una legge che contrasti ogni forma di violenza e discriminazione, promuovendo il rispetto di eguaglianza e pari opportunità e coinvolgendo le famiglie attraverso l’informazione, la pubblicità e un’attenta comunicazione, tesa anche a far loro riscoprire e riappropriarsi della primigenia responsabilità educativa verso le loro figlie e i loro figli”.

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