Finti corrieri: truffe milionarie alle aziende tessili, colpi anche a Rimini

Telefonate ingannevoli e uniformi false: la tattica sofisticata dietro i furti delle aziende di moda

A cura di Redazione
10 agosto 2023 13:45
Finti corrieri: truffe milionarie alle aziende tessili, colpi anche a Rimini - Un fermo immagine del video dei Carabinieri
Un fermo immagine del video dei Carabinieri
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Un gruppo criminale che si spacciava per corrieri ha truffato diverse aziende di abbigliamento del nord Italia. Attraverso telefonate simulate, fingevano di essere incaricati per ritirare la merce in consegna. L’indagine dei carabinieri di Verbania ha portato alla scoperta di 17 furti e un tentativo fallito in varie province italiane, incluso Verbania, Udine, Como, Torino, Varese, Milano, Lodi, Bologna e Rimini.

Nelle prime ore del 10 agosto, i carabinieri di Verbania hanno arrestato membri della banda in Napoli e Milano. Complessivamente, 14 persone sono state indagate, 7 delle quali sono state arrestate e merce rubata per un valore di circa 400mila euro è stata recuperata e restituita. La struttura del gruppo era guidata da un capo e organizzatore, con tre gruppi distinti di finti corrieri. L’indagine ha permesso di bloccare i falsi corrieri in alcune occasioni, recuperando la merce e effettuando un arresto in flagranza.

Tra gli arrestati, un 77enne di Napoli fungeva da base logistica nel nord Italia, mentre altri sei membri sono stati trovati nella provincia di Napoli. Un 66enne già condannato in passato guidava l’organizzazione. Altri componenti includevano un 40enne in carcere per altre accuse, un 50enne, un 64enne e un 29enne, tutti coinvolti nei furti. Un giovane di 28 anni, dipendente di una società di trasporti, si occupava del trasferimento della merce verso Napoli, approfittando della sua posizione.

La modalità dei furti era costante: un telefonista individuava le aziende in procinto di consegnare la merce e coordinava il ritiro. Un falso corriere con uniforme aziendale e furgone noleggiato alterava le targhe per il ritiro, mentre i complici stoccavano la merce rubata in luoghi sicuri. Successivamente, la merce veniva inviata a Napoli per essere immessa nei mercati rionali legali.

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