Giochi di carte da fare sotto l'ombrellone
Da secoli tutto cambia, ma una tradizione resiste: in Italia si gioca a carte sotto l’ombrellone, anche dopo la rivoluzione industriale.

Nel corso della storia, l’umanità ha attraversato profondi cambiamenti, specialmente negli ultimi tre secoli con l’avvento della rivoluzione industriale. Nonostante ciò, alcune tradizioni resistono al tempo proprio perché radicate nella vita delle persone; tra queste, spicca l’usanza tutta italiana di giocare a carte sotto l’ombrellone.
Questa consuetudine si è sempre intrecciata con la vita negli stabilimenti balneari ed è ancora oggi molto diffusa, soprattutto tra le persone anziane e le famiglie con bambini piccoli, nonostante l’aumento dei costi in spiaggia. Ma quali sono i giochi di carte più amati sotto l'ombrellone?
Generalmente, lo spazio disponibile sotto un singolo ombrellone è limitato, a meno che non si combinino più ombrelloni insieme. Negli stabilimenti balneari, l'unione di più ombrelloni comporterebbe un incremento significativo dei costi. Tuttavia, nelle spiagge libere, non è raro osservare gruppi familiari raccolti sotto diversi ombrelloni, creando così un'ampia area d'ombra e comfort.
Per quanto riguarda i giochi di carte, quelli giocati con le carte italiane risultano indubbiamente più pratici rispetto a giochi come il poker, il ramino o la scala 40. La differenza principale risiede nelle dimensioni del tavolo su cui si gioca, che naturalmente non può essere delle dimensioni usuali di un tavolo domestico. Pertanto, giochi come la scopa, la briscola e lo scopone sono preferibili poiché non richiedono la presenza di un grande numero di carte sul tavolo, dato che la maggior parte delle carte viene tenuta in mano dai giocatori.
Sia i giochi di carte che l'abitudine di giocare a carte sotto l'ombrellone sono frequentemente rappresentati nel cinema e nella letteratura. Molti film, anche se non incentrati sui giochi di carte, includono scene di persone che giocano a carte.
Nel film del 1957 diretto da Giorgio Bianchi, Il conte Max, con la partecipazione di Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Anne Vernon e Susana Canales, il personaggio interpretato da Vittorio De Sica cerca di insegnare ad Alberto Sordi le regole del bridge per introdurlo nella buona società. Tuttavia, i risultati ottenuti sono limitati e i due attori finiscono per giocare a briscola.
Un altro film rilevante in questo contesto è "Domenica d'agosto", diretto da Luciano Emmer. Questo film segna il passaggio dal neorealismo alla commedia all'italiana. Nella narrazione sono presenti elementi riconducibili al neorealismo cinematografico italiano, così come anticipazioni di quello che diventerà la commedia all'italiana. Il film descrive una domenica estiva tipica del primo dopoguerra, quando l'Italia iniziava a riprendersi dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale e gli italiani riscoprivano il piacere di una giornata di vacanza. Durante questa giornata, ciascuno si organizza come può: un gruppo di ragazzi percorre la distanza da Roma a Ostia in bicicletta, mentre una famiglia romana viaggia stipata in un furgone sovraffollato.