Grandinata record nel riminese: devastate coltivazioni e frutteti
Chicchi di ghiaccio grandi come palline da ping-pong hanno compromesso centinaia di ettari di terreno. Confagricoltura: “Servono interventi strutturali per tutelare le aziende agricole del territorio”

La violenta grandinata che ieri ha interessato la provincia di Rimini ha lasciato dietro di sé un bilancio pesante per l’agricoltura locale. Chicchi di ghiaccio grandi come palline da ping-pong hanno devastato coltivazioni e frutteti, causando danni ingenti in numerose aziende agricole del territorio. Oltre al capoluogo, le aree più colpite risultano quelle di Bellaria, San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone.
Secondo una prima ricognizione effettuata da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, centinaia di ettari di terreno sono stati compromessi. “Le orticole a pieno campo, come zucchine e lattughe, sono state letteralmente devastate – spiegano i tecnici dell’associazione –. Nei frutteti, la frutta estiva ancora in pianta presenta segni evidenti dell’impatto con il ghiaccio, mentre le strutture arboree hanno subito lesioni significative. Colpiti anche numerosi impianti di girasole già in fase avanzata di maturazione”.
Daniele Montemaggi, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, sottolinea la gravità dell’evento: “Una grandinata così violenta non si vedeva da anni sul nostro territorio. Le dimensioni eccezionali dei chicchi hanno reso inefficaci persino alcuni sistemi di protezione. È urgente sensibilizzare le istituzioni: il cambiamento climatico non può più essere considerato un evento straordinario. Servono strumenti strutturati per tutelare il reddito delle imprese agricole, soprattutto in settori come orticoltura, frutticoltura, cerealicoltura e foraggere, che oggi sono ancora troppo esposti e privi di adeguate coperture assicurative”.

Nel Riminese, come nel resto della Romagna colpita, i tecnici di Confagricoltura stanno raccogliendo le segnalazioni delle aziende e verificando i danni campo per campo. Le perdite economiche, secondo le prime stime, rischiano di essere molto rilevanti per un comparto già messo a dura prova dalle avversità climatiche degli ultimi anni.