I saldi una scialuppa, mentre la nave affonda: le preoccupazioni di Confcommercio Rimini
Zanzini: "È urgente ripristinare un equilibrio nel mercato della moda restituendo dignità alle vendite al dettaglio"

Sabato 5 luglio hanno preso il via i saldi in tutta Italia. Gianmaria Zanzini, presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio dell’Emilia Romagna, sono "un lembo di terra all’orizzonte per chi naviga in acque tempestose", un'occasione non per fare profitto, ma per trovare "liquidità essenziale alla gestione dell'impresa".
Secondo i dati dell'Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media 200 euro: "confortante, ma non si può nascondere il dramma che si sta consumando: la crisi dei consumi, l'aumento dei prezzi e i venti di guerra globali stanno comprimendo sempre di più il nostro settore". E poi i negozi devono affrontare la concorrenza di "continue promozioni lecite e meno lecite, sul web e non, fatte di sms di richiamo, programmi di fidelizzazione e sconti periodici che hanno reso il panorama commerciale poco sostenibile". Poi ci sono le vendite private, "inizialmente concepite per offrire l’acquisto di prodotti di campionario", divenute "eventi ricorrenti di sconti vertiginosi spesso già prima delle svendite". Zanzini argomenta: "rivenditori non autorizzati hanno accesso a prodotti a prezzi calmierati, danneggiando i rivenditori legittimi e inondando i marketplace con offerte predatorie dannose per tutti. Il Black Friday che ha assunto proporzioni enormi e deleterie: protraendosi ben più di una giornata e spostando l’attenzione dalla qualità al prezzo, contribuisce a una cultura del consumo effimero e a una svalutazione dell’artigianato e della manifattura di qualità che rappresentano il cuore dell’industria Made in Italy".
Il n.1 di Federmoda rilancia inoltre la sua "battaglia" contro gli outlet: "Una forma di vendita in cui le mancanze di regolamentazione portano a una competizione sleale: non solo si vende merce a prezzi stracciati, ma in molti casi si offrono collezioni dedicate con ampi assortimenti, contravvenendo alle regole che avrebbero dovuto governarli. Da anni come Federazione Moda Italia regionale chiediamo un intervento normativo che limiti la vendita di merce a certi standard, senza aprire le porte a pratiche scorrette. È dunque urgente ripristinare equilibrio nel mercato della moda, restituendo dignità alle vendite al dettaglio e promuovendo acquisti consapevoli. Solo così valorizzeremo il nostro patrimonio tessile e la moda italiana".
"La libertà di mercato - chiosa Zanzini - deve essere accompagnata da concorrenza leale ed onesta da parte di tutti i soggetti. È tempo di fare fronte comune e chiedere un intervento collettivo per proteggere i rivenditori locali e il Made in Italy. Questa battaglia non riguarda solo i singoli negozi, ma la stessa identità culturale la tradizione di tutti noi. I Comuni italiani sono a rischio desertificazione commerciale, con le conseguenze sociali che conosciamo. Agiamo ora, prima che sia troppo tardi: il nostro futuro dipende da questo impegno”.