Il ricordo di Max Morri: l'omaggio del Collettivo Frontera al grande campione di basket
Max Morri ricordato dal Collettivo Frontera con la cover di Still Running degli U2


Il 7 bianco sulla canotta rossa della Marr è per un giorno ancora lì, sul parquet di quel Palasport Flaminio che lo ha visto protagonista per tanti anni, sulle spalle di Massimo Max Morri. “Still running” cantano le voci dei cantanti del Collettivo Frontera, intonando uno dei suoi brani preferiti (“Running to stand still”, hit del 1987 dal “The Joshua tree” degli U2) e sembra proprio che Max stia ”continuando a correre, quando un ragazzo si invola a canestro con il pallone a spicchi tra le mani”.
Lo hanno voluto ricordare così, nel giorno di quello che sarebbe stato il compleanno numero 53, a quasi un anno dalla sua scomparsa, gli amici del Collettivo Frontera, una formazione trasversale e mutevole di musicisti, fotografi, fonici e videomaker riminesi, nato nel 2024 anche grazie a Max, che è stato tra i suoi fondatori.
Talento cristallino, carattere focoso e ribelle, tecnica sopraffina e animo da leader, Max è prima di tutto conosciuto a Rimini, e nel mondo del basket, per essere stato il playmaker e un indubbio protagonista dei “ragazzi del ‘72”, la generazione più vincente che il basket giovanile italiano ricordi, quei giovani riminesi capaci di vincere cinque titoli nazionali consecutivi dal 1985 al 1991 (propaganda, ragazzi, allievi, cadetti, juniores). Un gruppo di amici rimasto quasi intatto dai tempi del minibasket, che comprendeva i vari Massimo Ruggeri, Franco Ferroni, Renzo Semprini e, in quelle categorie che includevano anche i nati nel 1971, Carlton Myers.
Creativo e intraprendete, dopo il basket Max si è formato ed affermato come fotografo e videomaker, lavorando con tanti artisti e musicisti, unendo così un’altra sua grande passione, quella della musica. Non a caso è diventato presto un riferimento per la comunità musicale riminese, contribuendo a fondare il Collettivo Frontera. Ai riminesi, per l’occasione, hanno preso parte alla registrazione anche due artisti con cui Max ha lavorato nel corso degli anni, il rocker milanese Carlo Ozzella e la cantautrice modenese “Ellen River”, a dimostrazione di quanto sapesse creare con il suo lavoro profondi rapporti di condivisione, empatia e affiatamento.
Gli stessi che hanno portato diversi amici ed amiche a voler partecipare a questo momento, venendo a fare un saluto, a portare un ricordo, un sorriso; tra questi anche il sindaco, oggi semplicemente Jamil, con cui Max ha condiviso l’adolescenza, crescendo insieme.
“Marr, Hamby, Biklim, Basket Rimini – spiegano dal Collettivo Frontera – sono tante le maglie, tutte con il numero 7, che il babbo di Max ha custodito gelosamente per anni e che le sorelle ci hanno portato per scegliere quella da far indossare ad Andrea Tana, il giovane cestista che per un giorno si è trasformato in attore”.
“Un solo microfono in sala – in questo caso nel palazzetto – e la musica al centro. Cambiano i generi e i protagonisti, a rimanere intatto è lo spirito che ci anima. Il Collettivo Frontera è un progetto “aperto”, una canzone che ha un significato in quel determinato momento, un anniversario: “Quello di oggi era quello che nessuno di noi si sarebbe mai immaginato di suonare, ma è stato il ricordo che volevamo, corale, dove ognuno ha portato una parte di se, non solo chi lo ha suonato, registrato o interpretato. Uniti, come una squadra, intorno al nostro playmaker”.
Alla creazione di questo video, curato da Enrico Giannini e Stefano Zamagni con la collaborazione di Giulio Rosini, hanno partecipato Carlo Ozzella, Chiara Pari ed Ellen River alle voci, Enrico “Perry” Gardini, Massimo Mancini, Antonio “Skeleton Crow” alle chitarre, Lorenzo “Miami” Semprini all’armonica, Paolo Angelini e Mario Ingrassia alle percussioni, Massimo Marches mandolino e voce, Stefano Zambardino alla fisarmonica e Francesco Pesaresi al basso.
Il videoclip fa parte di una serie di brani dedicati ad alcuni grandi nomi come Nirvana, The Pogues, The Who, Bruce Springtseen, riarrangiati dal Collettivo Frontera in chiave acustica e registrati in presa diretta, senza sovraincisioni, grazie all’ausilio di un solo microfono, sotto l’attenta regia audio di Gianluca Morelli.