Infermieri e medici in fuga, De Pascale da Rimini: "Facciamo come il Veneto: alziamo i loro stipendi"
Il presidente De Pascale anticipa possibili aumenti salariali per attrarre medici e infermieri in Emilia-Romagna


Attrarre più infermieri e medici “è un tema molto importante”, ha detto il presidente
dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale, a margine dell’inaugurazione del nuovo day hospital di oncoematologia pediatrica di Rimini, commentando il piano allo studio della Regione per aumentare gli stipendi dei sanitari.
“Quello che sta succedendo è che dall’Italia scappano circa 5.000 infermieri tutti gli anni verso altri sistemi sanitari e quindi – ha dichiarato il governatore, come riporta l’Ansa – il tema è quello di aumentare le retribuzioni”.
“Non è solo una questione di risorse, è anche una questione di qualità del lavoro, di percorso professionale, ma gli stipendi sono troppo bassi – ammette il presidente -. Il Veneto ha fatto un provvedimento, non sapevamo se sarebbe stato giudicato costituzionale o incostituzionale, il governo non lo ha impugnato e quindi anche noi, ovviamente in accordo con le organizzazioni sindacali, stiamo ragionando di poter fare qualcosa di simile”. Dunque la Regione Emilia Romagna è pronta a imitare il Veneto, predisponendo incrementi retributivi per medici e infermieri.
“È in discussione anche il rinnovo del contratto nazionale del comparto”, ha concluso De Pascale, e “noi spingiamo perché il rinnovo sia il più ampio possibile e il più forte possibile”.
Sulle risorse stanziate alla sanità, De Pascale ha aggiunto: “La Regione Emilia Romagna con una manovra importante ha destinato risorse aggiuntive, stiamo parlando di circa 300 milioni, che consentono di non operare tagli”.
Sul fronte liste d’attesa, il governatore regionale ha individuato due nodi: “Da una lato non far mancare le risorse, quindi non si può pensare di ridurre le liste d’attesa stanziando meno risorse. Dall’altra parte bisogna lavorare sull’appropriatezza”.
Per De Pascale, occorre “lavorare perché le prestazioni che eroghiamo siano realmente necessarie. Questa è una rete. Parte dall’organizzazione dei servizi sanitari. C’è anche una parte di empowerment e di responsabilizzazione dei cittadini e delle cittadine, ma è un lavoro di squadra per aumentare la qualità ed essere più appropriati”.