Inflazione +2,1%: Rimini fra le città più care d'Italia

Osservatorio Federconsumatori: "L’accelerazione, come spiega anche l’Istat, è dovuta principalmente alla crescita tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati

A cura di Grazia Antonioli Redazione
09 agosto 2024 11:00
Inflazione +2,1%: Rimini fra le città più care d'Italia - Foto di repertorio
Foto di repertorio
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A luglio, l’inflazione ha raggiunto il +2.1% su base annua, rispetto al +1.3% nazionale, rendendoa Rimini tra le più care d’Italia. L’aumento, evidenzia Federconsumatori in una nota stampa, è dovuto principalmente ai prezzi dei beni energetici regolamentati, con l’energia elettrica in aumento del +9.4% e il gas del +2.9% rispetto al mese precedente. I servizi per alloggio sono cresciuti del +20.3%. Secondo l’Osservatorio Federconsumatori, questo incremento costerà alle famiglie medie circa 500 euro annui, aggravando le disuguaglianze e influenzando negativamente il turismo e i consumi. Federconsumatori sollecita il Governo a intervenire con misure per sostenere le famiglie e rilanciare la domanda interna.

La nota stampa di Federconsumatori

L’inflazione a luglio si attesta al + 2.1 % su base annua, contro una inflazione nazionale a +1.3%, aumento che colloca Rimini fra le città più care d’Italia con ricadute pensanti sia sui residenti che  sulle famiglie di vacanzieri che scelgono la nostra riviera. L’accelerazione, come spiega anche l’Istat, è dovuta principalmente alla crescita tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati. Su base mensile ( giugno su luglio ) sul territorio riminese  l’energia elettrica fa un balzo del + 9.4% e il gas del + 2.9%. Va segnalata  un aumento sempre mese su mese dei servizi per alloggio del +20.3%.

Secondo le stime dell’Osservatorio Federconsumatori, con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per una famiglia media ammontano a + 500,00 euro annui. Aggravi che incideranno sul potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, determinando pesanti ripercussioni sulle loro scelte di consumo e, in questa fase, sull’andamento del settore turistico.

Anche in questo settore, ma in maniera più preoccupante in altri, come i consumi alimentari e energetici, crescono disparità e disuguaglianze. Secondo le nostre rilevazioni, infatti, sono ancora molti i sacrifici e le rinunce che le famiglie sono costrette a compiere.

Alla luce di tale andamento è necessario che il Governo si decida ad adottare provvedimenti immediati in grado di rilanciare la domanda interna, con un’attenzione particolare alle famiglie che si trovano in maggiore difficoltà, attraverso:

  • La creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare.
  • Una riforma delle aliquote Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe alle famiglie, secondo le nostre stime, di risparmiare oltre 531,57 euro annui); provvedimento che deve essere accompagnato da attenti controlli per sanzionare eventuali speculazioni.
  • Azioni mirate a riequilibrare le disuguaglianze esistenti, in primis attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non ad agevolare quelli più elevati.

Siamo consapevoli che tali operazioni richiedono risorse, che potrebbero, anzi dovrebbero essere reperite attraverso una intensificazione della lotta all’evasione e all’elusione fiscale, nonché applicando una adeguata tassazione degli extraprofitti e incrementando la tassazione sulle transazioni finanziarie.

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