Istruzione e lavoro, ricerca di Open Polis: a Rimini occupato il 74,1% nella fascia 25-49 anni
Nonostante l'occupazione crescente, le disuguaglianze sociali e tra giovani restano una sfida importante


Giovani, occupazione, titoli di studio, opportunità lavorative e tanto altro. La vicesindaca di Rimini Chiara Bellini interviene sul tema del lavoro giovanile, partendo da una ricerca pubblicata su Open Polis. Dai dati estrapolati per i comuni della provincia di Rimini risulta che nel comune capoluogo i residenti tra i 25 e i 49 anni sono 46.150. Di questi il 74,4% ha un’occupazione.

I dati commentati dalla Vicesindaca con delega alle Politiche per il Lavoro del Comune di Rimini, Chiara Bellini
“Il tema dell’accesso al lavoro è oggi uno dei più urgenti del nostro Paese, specialmente per le giovani generazioni per le quali il percorso verso l’indipendenza economica è spesso più lungo rispetto alla media degli altri Stati dell’Unione Europea. In questo ‘post’ Primo Maggio, che non può esaurirsi in un giorno, è fondamentale affrontare con lucidità un quadro sociale segnato da inflazione crescente, salari bassi e instabilità occupazionale, che rendono sempre più difficile costruire un futuro solido.
Un nodo cruciale, troppo spesso sottovalutato, è quello del legame profondo tra istruzione e lavoro. I dati recentemente pubblicati da Open Polis ci dicono che le prospettive di chi completa un ciclo di studi superiori o universitari sono significativamente migliori. Eppure, in Italia, la probabilità di accedere ai livelli più alti di istruzione è ancora fortemente condizionata dal contesto familiare di origine. Il risultato? Un ascensore sociale che fatica a muoversi, e che lascia molti, troppi, al di fuori e ai margini. Le disuguaglianze si consolidano, si ereditano, e diventano barriere silenziose alla crescita individuale e collettiva.
Nel 2021, nella fascia 25-49 anni, il tasso medio di occupazione in Italia era del 71,7%. Ma dietro questa cifra si nascondono realtà ben più complesse. Secondo una recente indagine Treccani, il 40% dei giovani italiani si sente escluso, o parzialmente escluso, dalla società. Tra chi non lavora e chi proviene da contesti meno favoriti, questa percentuale supera il 60%. La disoccupazione, l’insicurezza e l’assenza di prospettive creano dunque una frattura profonda tra i giovani e il tessuto sociale. Come ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella, “salari insufficienti incidono anche sul preoccupante calo demografico”. Se i giovani non riescono a costruire un progetto di vita solido, non è solo il loro futuro a essere a rischio, ma quello dell’intero Paese. Ed è proprio in questo contesto che molti scelgono di andare altrove, portando con sé competenze, energie e speranze. Una perdita enorme di “capitale umano”.
In questo scenario, i dati relativi alla nostra città rappresentano una nota positiva: a Rimini, il tasso di occupazione è superiore alla media nazionale, e il numero di laureati nella provincia è il più alto. Anche gli investimenti che stiamo realizzando – dai nidi alle infrastrutture scolastiche, dai servizi per le famiglie alle politiche per la conciliazione vita-lavoro – vanno nella direzione giusta: rendere l’istruzione accessibile, promuovere l’inclusione, contrastare le disuguaglianze. Sono scelte che costruiscono futuro. Ma non possiamo fermarci qui: donne e giovani restano ancora troppo spesso ai margini, come puntualmente viene confermato. E non possiamo più permettercelo. Un Paese che non investe seriamente sulle nuove generazioni e sull’uguaglianza delle opportunità è un Paese che rallenta, che rischia di perdere futuro, guardando indietro mentre il resto va avanti”.