La vetta più alta dell’Emilia-Romagna e il segreto geologico che nessuno conosceva
Il Monte Cimone è la vetta più alta della regione e custodisce una curiosità geologica unica!

Il Monte Cimone, con i suoi 2165 metri di altitudine, è la vetta più alta dell’Emilia Romagna e un punto di riferimento inconfondibile dell’Appennino settentrionale. Da secoli domina i paesaggi che spaziano dalla Pianura Padana fino al Mar Tirreno, diventando un osservatorio naturale privilegiato e una montagna carica di significati storici, militari e persino scientifici. Non è soltanto una meta turistica, ma un autentico simbolo di identità e mistero, in grado di raccontare pagine poco note del territorio.
La montagna dei confini e delle vedute infinite
Il Monte Cimone si trova nell’Appennino tosco-emiliano, nel cuore del Parco regionale dell’Alto Appennino Modenese. Dalla sua cima, nelle giornate limpide, lo sguardo può spaziare fino alle Alpi Apuane e al Mare Adriatico, regalando uno dei panorami più ampi d’Italia. Da sempre questa montagna ha rappresentato un confine naturale e culturale, punto d’incontro tra Toscana ed Emilia, tra mondi diversi che nei secoli hanno trovato sulle sue pendici un luogo di passaggio, di scambi e talvolta di scontri.
La sua imponenza ha alimentato storie e tradizioni locali: i pastori che salivano d’estate con le greggi raccontavano di tempeste improvvise, mentre gli abitanti dei borghi circostanti lo vedevano come una montagna sacra, capace di proteggere ma anche di incutere timore con la sua mole imponente.
Tra basi militari e ricerca scientifica
Durante il Novecento, il Monte Cimone divenne anche un luogo strategico per motivi militari. Nel periodo della Guerra Fredda ospitò una base radar dell’Aeronautica Militare, fondamentale per il controllo dello spazio aereo e per la sorveglianza del confine orientale. Ancora oggi, sulla vetta, sono visibili le cupole bianche che custodiscono sofisticati sistemi radar, a testimonianza del ruolo strategico di questa montagna nella difesa italiana ed europea.
Ma il Cimone non è solo presidio militare: negli ultimi decenni è diventato anche un laboratorio scientifico internazionale. Sulla cima è attivo l’Osservatorio climatico “Ottavio Vittori”, gestito dal CNR, uno dei più importanti centri di ricerca atmosferica d’Europa. Qui vengono studiate le dinamiche dell’inquinamento globale, dei cambiamenti climatici e persino delle polveri sahariane che arrivano in Italia trasportate dal vento. Un ruolo che trasforma la montagna in un faro non solo geografico, ma anche scientifico.