“L’Alta Valmarecchia è territorio fragile”, preoccupazione di Confcommercio per l’ eolico industriale di Badia Tedalda

Il 4 aprile la regione Toscana deciderà se andare avanti oppure rinunciare ai progetti

A cura di Redazione
12 febbraio 2024 15:00
“L’Alta Valmarecchia è territorio fragile”, preoccupazione di Confcommercio per l’ eolico industriale di Badia Tedalda - Gianni Indino
Gianni Indino
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Il progetto “Badia del vento”, che prevede l’installazione di sette enormi pale eoliche nel Comune di Badia Tedalda al confine con Casteldelci, ha suscitato un acceso dibattito e numerose preoccupazioni tra diversi enti e istituzioni. Nonostante i pareri negativi incassati dal progetto da parte di una pluralità di organizzazioni, compreso il Comune di Casteldelci, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia, la Regione Emilia Romagna e le Soprintendenze di Ravenna-Cesena-Rimini e di Siena-Grosseto-Arezzo, Confcommercio esprime la sua preoccupazione, innoltre “ai pareri negativi a cui si aggiungono da molti mesi gli appelli a fermare i progetti da parte delle associazioni ambientaliste romagnole e toscane”. Dice Gianni Indino, presidente Confcommercio della provincia di Rimini. Si avvicina infatti l’appuntamento fissato dalla Regione Toscana per il 4 aprile, giorno in cui deciderà se andare avanti oppure rinunciare ai progetti.

Un territorio ricco di opportunità, ma fragile

Parliamo di un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico continua Indino –, come autorevoli esperti hanno confermato, ma anche un territorio ricco: di storia, di cultura, di natura, di paesaggi, di buon cibo, buon bere e dunque di opportunità di crescita e sviluppo legate al turismo slow. Questa la visione che diamo per il futuro del Montefeltro, di cui l’Alta Valmarecchia è parte integrante, che rischia invece di essere stravolto da un vero e proprio attacco ai crinali. Una visione, questa, che già sta dimostrando la sua efficacia con i numeri, confermati dall’Istat che certifica la crescita del turismo nei Comuni non rivieraschi della provincia di Rimini”. Numeri in costante crescita, con quasi 84.000 arrivi e 200.000 pernottamenti l’anno scorso, un record, a fronte dei 13.500 arrivi e 45.000 presenze registrate nel 2000. Percentuali di crescita per alcuni territori che spingono a guardare con grande interesse la chiave di sviluppo turistico-esperienziale, fieristico-congressuale e culturale della Riviera.

“C’è bisogno di un dialogo”

Le scelte sono fatte in autonomia dalle regioni, ma è anche vero che “quando progetti di questa portata, altamente impattanti sulle aree circostanti, sono posizionati a poche centinaia di metri dal confine con un’altra Regione e un’altra Provincia – ribadisce Indino – il dialogo non è solamente necessario, ma imprescindibile. Oltre a quello denominato Badia del Vento, che in caso di parere positivo da parte della Toscana sorgerà a 200 metri da Casteldelci, ci sono altri 8 progetti di eolico industriale in via di discussione tra Marche, Emilia Romagna e Toscana. Pale che vanno dagli 180 ai 200 metri di altezza, veri e propri giganti, per la posa delle quali serviranno strade che consentano il passaggio dei mezzi pesanti, con relativa distruzione di ettari di boschi e pascoli.

È proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno? Noi pensiamo di no e confidiamo in un ripensamento della Regione Toscana, che tenga conto dei territori confinanti, delle loro peculiarità e delle loro volontà più volte espresse, affinché l’interesse di quartiere non prevalga sul bene comune, con l’obiettivo di preservare un territorio unico e di accompagnarlo verso linee di sviluppo sostenibile” conclude.

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