Spuntano 30 kg di pomodori e sbocciano albicocchi. Un agricoltore: "Neanche mia nonna ricorda una cosa simile"
Siamo ormai a novembre, eppure gli effetti della stagione autunnale hanno tardato a mostrarsi. Federico, un nostro lettore di Sant'Agata Feltria ci ha inviato, al nostro numero whatsapp 3478809485, le...

Siamo ormai a novembre, eppure gli effetti della stagione autunnale hanno tardato a mostrarsi. Federico, un nostro lettore di Sant'Agata Feltria ci ha inviato, al nostro numero whatsapp 3478809485, le foto della sua rigogliosa produzione di pomodori, avvenuta a fine ottobre. "Non so se sia normale, alle porte di novembre ci sono 20 gradi, ho raccolto 30 kg di pomodori, cosa mai successa prima, neanche mia nonna ricorda una cosa del genere". Allo stesso modo non è stato difficile, sempre nel mese ormai trascorso, imbattersi ancora in albicocchi o ciliegi fioriti: colpa delle temperature, che per gran parte del mese sono state più tipiche dei primi di settembre che dell'autunno. "La pianta sente il caldo e tende così a germogliare ancora", conferma Giorgio Ricci, Vicedirettore della Coldiretti di Rimini. La situazione però per gli agricoltori riminesi è critica. Gli sbalzi termici, i repentini aumenti e cali di temperatura, mettono a dura prova le coltivazioni. La certezza è rappresentata dall'aumento delle temperature medie. Il nemico numero 1 è però la siccità. Settembre sembrava una piacevole inversione di tendenza, a livello di precipitazioni, dopo un'estate terribile per le temperature registrate e l'assenza di piogge. Ad ottobre invece l'incubo siccità è tornato, con gravi ripercussioni per le raccolte dei prossimi mesi. "Le semine non si riescono a fare, se poi ci si riesce, c'è il rischio concreto che non ci sia la fase di germogliazione", spiega Ricci. Coldiretti Rimini rilancia l'appello alla politica, affinché si progettino degli interventi strutturali. I privati non possono arrangiarsi con i pozzi, che pure hanno costi elevati di realizzazione e gestione. "Servirebbero degli invasi per raccogliere l'acqua nei mesi autunnali e primaverili (i più piovosi statisticamente, n.d.r.), poi se ci sono periodi prolungati di siccità, chiaro che potrebbe non bastare, ma almeno le criticità arriverebbero a settembre e non a giugno", è l'amara riflessione di Ricci. Gli invasi non sarebbero sufficienti a risolvere il problema, ma aiuterebbero gli agricoltori e le aziende ad affrontare un futuro sempre più critico.