Gestione bagno 57 di Bellaria, non luogo a procedere per ex sindaco Ceccarelli e famiglia

L'udienza preliminare si è conclusa così: l'ipotesi di reato era la circonvenzione di incapace verso lo storico gestore

A cura di Redazione Redazione
23 marzo 2022 17:23
Gestione bagno 57 di Bellaria, non luogo a procedere per ex sindaco Ceccarelli e famiglia -
Condividi

L'udienza preliminare del processo sulla gestione del bagno 57 di Bellaria Igea Marina, per gli anni 2014-2016, si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere per l'ex sindaco Enzo Ceccarelli, la moglie Claudia e il figlio Christian, difesi dagli avvocati Gabriele Marra e Dennis Gori. L'ipotesi di reato era la circonvenzione di incapace a danno di un 72enne di Bellaria, storico gestore del bagno 57, che si trova nella porzione di spiaggia adiacente a un hotel gestito dalla famiglia Ceccarelli. La procura,  attivatasi a seguito di controlli operati dalla Guardia di Finanza, aveva messo nel mirino la scrittura privata tra il figlio di Ceccarelli e il 72enne, affetto da problemi di salute che avevano richiesto la nomina di un amministratore di sostegno. La scrittura stabiliva che fosse il primo ad occuparsi dell'intera gestione dell'attività e si aggiungeva a un contratto di associazione in partecipazione, che prevedeva invece una gestione affiancata. La Procura così riteneva che il 72enne avesse firmato un accordo a lui non favorevole e che la controparte avesse approfittato delle sue condizioni di salute. Ma la scrittura privata si era resa necessaria, hanno argomentato gli avvocati difensori, proprio per i problemi di salute del 72enne, impossibilitato a operare in prima persona per garantire una gestione efficiente. 

L'accordo tra le parti fu rinnovato anche per il 2015, mentre nel 2016, con l'entrata in vigore del Jobs Acts, a subentrare nel contratto di associazione in partecipazione fu la società di gestione dell'hotel, della quale la moglie di Ceccarelli era la legale rappresentante: questo perché le modifiche legislative impedivano di stipulare contratti di associazione in partecipazione, con apporto di lavoro, con persone fisiche, per evitare che tale formula contrattuale venisse usata per "mascherare" assunzioni di dipendenti. Così anche i genitori di Christian Ceccarelli si ritrovarono indagati, benché l'ex sindaco di Bellaria non risultasse come legale rappresentante della società di gestione dell'hotel, con l'accusa di aver voluto proseguire l'estromissione del 72enne dalla gestione. La Procura aveva ritenuto la sussistenza di una condotta illecita, tale da configurare la circonvenzione di incapace, anche per il trattamento economico riservato al 72enne, sostenendo che avesse ottenuto poco più della metà dei soldi che gli spettavano. La difesa ha invece dimostrato che gli accordi erano stati pienamente rispettati: la scrittura privata prevedeva il versamento di 20.000 euro annuali, il contratto di associazione in partecipazione il 75% degli utili di gestione.

Sentenza di non luogo a procedere infine è stata formulata anche per un avvocato riminese di 57 anni, amministratore di sostegno del 72enne, che era difeso dall'avvocato Luigi Renni. 
 

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Altarimini