Elisa, imprenditrice di successo e mamma: "ecco come conciliare lavoro e famiglia"

La ricetta "anticrisi" della 35enne, originaria di una famiglia trapiantata nell'Alta Valmarecchia

A cura di Redazione
08 maggio 2022 05:40
Elisa, imprenditrice di successo e mamma: "ecco come conciliare lavoro e famiglia" -
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Secondo i dati della Camera di commercio della Romagna, al 31 dicembre 2021 nel territorio riminese si registrano 2497 imprese giovanili, in aumento del 2,3% rispetto all'anno prima. Il dato rappresenta un'inversione di tendenza, dopo dieci anni. Tuttavia, in questo periodo di congiuntura economica, ci sono all'orizzonte molti ostacoli sulla strada dell'affermazione per i giovani che decidono di gestire un’attività in proprio, ritagliandosi così il proprio spazio nel mondo del lavoro. Aprire partita iva è un passo significativo, ma per molti questo passo conduce a una strada senza uscita.

L'imprenditrice Elisa Avenia, 35enne originaria di una famiglia trapiantata nel cuore dell'Alta Valmarecchia, a Sant'Agata Feltria, ha invece le idee chiare. Una gioventù di sacrifici, tra studio e lavori, prima stagionali e poi da dipendente, infine imprenditrice in proprio, capace negli anni di investire e di estendere la propria attività:  lavora nel ramo alberghiero e la prima struttura ricettiva l'ha aperta nel 2018 a Bellaria Igea Marina. Oggi è un'imprenditrice realizzata, moglie e mamma felice con due bambini. La sua storia è un esempio da raccontare oggi (domenica 8 maggio), in occasione della Festa della mamma.

"Il primo passo è quello di aprire un'azienda partendo da una ricerca di mercato che ti dia delle conferme o che ti suggerisca di correggere il tiro rispetto al progetto iniziale. Approfondire la conoscenza sul prodotto o sul servizio che intendi proporre ai tuoi potenziali clienti, attraverso lo studio e dei corsi di formazione", spiega Elisa. Il secondo è invece avere le spalle coperte "da degli attivi, cose e azioni che ti portino soldi in tasca, beni che dopo essere stati acquistati diventino una fonte continua di guadagno, senza richiedere che gli sia dedicato molto tempo”. “In questo modo – evidenzia – avremo più tempo per dedicarci alla famiglia, alle nostre passioni, insomma il nostro tempo sarà infinito”. L’obiettivo “è creare un sistema di generazione del reddito che lavori per noi, per non doversi preoccupare, se in un periodo di Lockdown non potrai lavorare, oppure rischiare di finire in cassa integrazione con solo il 70% del proprio stipendio, ripiegando e sperando nell'assistenzialismo dello stato, nei ristori. Se lavori per i soldi, dai quel potere al tuo datore di lavoro. Se i tuoi soldi funzionano per te (acquisti attivi), ti mantengono e controllano il potere. Ci hanno messo nella condizione di non vedere oltre il nostro naso"

A 23 anni, Elisa ha investito i propri risparmi per acquistare una casa a San Mauro Pascoli, ristrutturata e trasformata in due appartamenti, oggi affittati. "Quella casa per me doveva essere un attivo, quindi ho fatto un piccolo studio di settore, per stimare l'entità dei ricavi, o dei presunti compensi, che mi avrebbe portato in condizioni normali il mio immobile. Ho fatto una ricerca della percentuale di prime case a Cesenatico, a San Mauro Pascoli, Santarcangelo e dintorni" .
San Mauro Pascoli non solo aveva prezzi più convenienti per l’acquirente, rispetto alle città clementine, ma anche tante aziende, che danno lavoro a persone provenienti da fuori città. "Sapevo quindi che la richiesta di affitti in una città come San Mauro è molto alta e che quindi dovevo fare lì il mio investimento".

Il messaggio di Elisa è chiaro: i giovani, per farsi strada nel mondo dell'imprenditoria, devono fare sacrifici. “La situazione di disagio causerà la necessità di cambiamento, quando raggiungi questo malessere, quando la situazione inizia a farci male troviamo la forza indispensabile di rischiare e compiere il grande passo”, argomenta, invitando a “non mettere mai fine alla propria crescita personale.  Più crescerai e più crescerà il tuo reddito. Grazie alle tue conoscenze, infatti, potrai valutare con più efficacia i tuoi investimenti e non cadere schiavo delle apparenze, finendo per contrarre debiti per finanziare, una casa più grande, una bella auto, una vacanza, l'ultimo smartphone e così via". E mai cedere alle tentazioni anche quando il denaro inizia a entrare in cassa: "I primi tre anni in cui ho fatto l'albergatrice non avevo stipendio. Pagavo le spese e investivo i soldi per sistemare la struttura, per ampliare i servizi. Il passo successivo è stato comprare un'altra struttura". Si tratta solo di mettere i tasselli uno dopo l'altro: una strada lunga che porta però alla realizzazione economica.

Oggi Elisa gestisce le sue attività e ha il tempo da dedicare a se stessa e alla famiglia, fattore da non sottovalutare, specie in tempi in cui a una ragazza sono preclusi contratti di lavoro a tempo indeterminato per il suo status di madre, o che si trova ad affrontare, ai colloqui di lavoro, domande sulla vita privata quali "pensi di diventare mamma in futuro?". Investire in un'attività in proprio può essere la soluzione e la storia di Elisa ne è testimonianza, così come è un esempio per cancellare certi luoghi comuni duri a morire: "Quando giudicheranno il tuo lavoro, ci sarà sempre qualcosa di sbagliato perché tu sei donna, mamma e anche giovane. Viviamo in una società che penalizza le donne e che sottovaluta il nostro potenziale".

Elisa infine pone la sua attenzione sull'istruzione, fondamentale per creare gli imprenditori di successo del domani: "Fin da bambini ci insegnano che è fondamentale andare bene a scuola, imparare il più possibile per garantirsi un buon posto di lavoro e quindi uno stipendio sicuro. E non è del tutto sbagliato, ma c'è il rischio di finire in un circolo vizioso", che si sviluppa tra scuola, università e lavoro, quindi tra mille sacrifici, "poi ci si sposa, iniziano a nascere i bambini, ci si deve spostare in una casa più grande, aumentano le spese e allora magari devi fare un mutuo e chiedere un aumento di stipendio che non sempre arriva". In pratica la persona che sei riuscito a costruire è proporzionale allo stipendio, ma, evidenzia Elisa, "anche se sei il medico più famoso o l'avvocato dalla parcella più alta, aumentano i passivi: l'acquisto di un'auto più costosa, anche per rispettare uno status symbol imposto dalla società, una casa più grande. Se poi c'è un imprevisto, sei spacciato". Secondo Elisa, gli studi devono essere finalizzati a costruire delle basi, a fornire degli strumenti "per costruire il nostro successo e la stabilità economica", una sicurezza finanziaria che non corrisponda a uno stipendio sicuro, ma all'investimento per attivi che garantiscano una rendita "di almeno il 10% rispetto a quanto si è investito". "Il nostro scopo è paradossalmente quello di non lavorare più. Quando si hanno le spalle coperte si può affrontare la peggiore delle crisi”.

ric. gia.

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