"Sono nato e morirò con la camicia nera", Sindaco nella bufera per l'intervento sui social
La replica del primo cittadino: 'Solo una lettera d’amore alla nostra radiosa Patria. Nessun odio'

Hanno fatto discutere in Valmarecchia le parole del Sindaco di Pennabilli Mauro Giannini pubblicate in un post Facebook datato sabato 1 ottobre all'interno del proprio profilo privato. In una lettera aperta e personale il primo cittadino ripercorreva nell'intervento alcune tappe della propria carriera militare tra le fila dell'Esercito Italiano, allegando foto in divisa (con tanto di fucile d'assalto) ai tempi delle campagne affrontate in Iraq e Somalia negli anni '90.
"Sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera" si legge nell'intervento. Lo stesso Giannini in risposta alla domanda di un utente "Sei fascista?" risponde: “Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera”. Immediatamente rimosso dall'amministrazione della piattaforma, per violazione della policy, il post ha scatenato le proteste del gruppo consiliare comunale "Orizzonte Comune", che in una nota stampa commenta: "intendiamo esprimere la nostra totale indignazione ed il più profondo dissenso nei confronti di quanto esplicitato dal sindaco".
"Dichiarazioni inaccettabili da parte di una pubblica autorità quale il sindaco – continua il comunicato – ancora più gravi se a pronunciarle è un sindaco di un territorio fortemente colpito dalla violenza nazifascista, che al momento dell’insediamento hagiurato di “osservare lealmente la Costituzione italiana”. Costituzione italiana che venne fondata proprio sul valore dell’antifascismo e che condanna chi “rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri” del fascismo o “compie manifestazioni esteriori di carattere fascista” (Legge Scelba n.645 del 20 giugno 1952 di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana)".
Dopo la rimozione, tuttavia, il post è stato comunque ripubblicato dal Sindaco stesso, che ha aggiunto: "Ripropongo il post, ovviamente modificato, che mi hanno bloccato. Esprimo la mia amarezza per l’accaduto, avevo semplicemente riassunto la mia vita in poche righe parlando di me, non di altri, senza inneggiare a nulla. Avevo esternato i miei sentimenti. Era solo una lettera d’Amore alla nostra radiosa Patria, un ringraziamento alle Istituzioni Statali, un saluto ai miei colleghi e una richiesta di perdono al mio Vecchio Babbo. Non c’è una parola di odio verso nessuno. IO SONO FATTO COSI’!".
(DIRE) Non la pensa certo così il segretario provinciale del Partito democratico Filippo Sacchetti, rimasto "senza parole" leggendo il post originale: "Vedere un sindaco scrivere sul suo profilo Facebook pubblico e come tale accessibile a tutti 'sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera' già fa rabbrividire. La risposta 'sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera' al commento di un cittadino è di una gravità inaudita". Infatti, argomenta, ogni primo cittadino "giura fedeltà assoluta" alla Costituzione e "giura anche e soprattutto a nome di tutta una comunità, non di parte di essa, di una cittadinanza di un territorio che ha pianto decine e decine di suoi figli proprio per la violenza di quel regime e per rappresaglie nazifasciste nei giorni della Liberazione".
Sacchetti dunque denuncia pubblicamente il comportamento del sindaco Giannini, che "dopo aver visto la policy del social network cancellare giustamente quanto aveva scritto, lo ha riproposto con qualche minima limatura ma non mutando di una virgola la sostanza e il pensiero infarcito di termini inequivocabili". Una sorta di "inno al cameratismo e al servizio alla patria in guerra" che "non suona solo stonato e non va derubricato alla categoria delle gaffe in un momento storico come questo e con il resto del mondo che si interroga sulla natura del nascituro governo Meloni, ma è pericoloso". Così come lo è, conclude il dem, "qualsiasi rigurgito fascista in un'Italia resa libera e democratica dal sacrificio di chi per contrastare la dittatura di quella camicia nera ci ha rimesso la propria vita".