Le Cooperative di Comunità per contrastare il fenomeno dello spopolamento in Valmarecchia
Da anni sul territorio si stanno sviluppando modelli di rigenerazione urbana. Obbiettivo: creazione di valore economico e sociale,

Qualche giorno fa sui quotidiani on line e su qualche testata giornalistica è apparso un appello relativo allo “spopolamento” nella nostra alta Valmarecchia. I numeri sicuramente sono frutto di dati precisi, indiscutibili, che provengono dai segnali demografici e dall’analisi di coloro che scelgono di muoversi verso la costa che riserva servizi, opportunità lavorative e condizioni di vita più agevoli.
Questi numeri sicuramente aprono il campo ad una serie di riflessioni che vedono coinvolte le amministrazioni comunali, le associazioni di categoria, le aziende e tutti coloro che hanno un interesse ad invertire il trend di questi dati che sembrano essere tiranni.
In questo dibattito si rende necessario raccontare e dare voce ad alcune esperienze che negli ultimi anni sono nate per sostenere e contrastare il fenomeno “spopolamento” in particolare nei comuni montani. Si afferma un modello di partecipazione sociale che prende il nome di “Cooperativa di Comunità”. Le imprese di comunità rappresentano un fenomeno recente anche in letteratura, ovvero imprese che hanno come obiettivo la creazione di valore economico e sociale, che reinvestono il profitto per il potenziamento e l’espansione delle attività e sono solo in parte guidate nelle loro scelte dalle logiche di mercato. Hanno altresì una mission molto ampia: tendono a massimizzare il beneficio collettivo e sono orientate a rispondere ai bisogni di una pluralità di soggetti. Il ruolo atipico della comunità mette in luce il tema della co-produzione, infatti i membri di queste imprese partecipano alla produzione degli stessi servizi o beni che poi acquistano come comunità. Questa tipologia di cooperativa per essere considerata tale, deve avere come esplicito obiettivo, quello di produrre vantaggi a favore di una comunità e di un territorio. Si sviluppa cosi un modello innovativo come più volte ricordato da Giovanni Teneggi, storico promotore di queste imprese nei nostri territori: la cooperativa intende realizzare i propri scopi sociali mediante il coinvolgimento delle risorse della comunità attraverso relazioni di integrazione e reciprocità sociale ed economica con i suoi abitanti, attuando in questo modo l'autogestione responsabile dell'impresa e soddisfacendo, contestualmente, i diversi interessi mutualistici espressi dai soci cooperatori.
In Valmarecchia grazie ad un preciso lavoro di Confcooperative, Appenninol’Hub, la Bcc Riviera Banca e le amministrazioni comunali, sono nate due esperienze nel comune di Casteldelci e San Leo.
Particolare attenzione è stata posta su processi di partecipazione dei cittadini con l’obiettivo di riattivare alcuni servizi in fase di chiusura, non certo colpa di qualcuno, ma di processi che vengono meno e necessitano di innovazione e manutenzione. In particolare su San Leo i cittadini hanno compreso l’importanza della continuità dello storico Forno e, tra le tante difficoltà di questo tempo, lo hanno riattivato continuando la storica produzione di pane e dolci. Si è passati da una gestione famigliare ad una di comunità.
Ora, gli stessi soci-cittadini della cooperativa si stanno preparando a sostenere il passaggio generazionale del minimarket nel centro storico che sarà unito alla vendita dei prodotti del panificio con l’obiettivo di mantenere attivo un servizio di prima necessità per gli abitanti ma anche per i tanti turisti che vengono ad ammirare le bellezze del borgo antico durante le varie stagioni.
Questo modello di cooperazione si unisce ad altre esperienze che sul territorio delineano una sinergia che parte del basso, con l’obiettivo di riattivare processi per invertire la “fuga” di coloro che non trovando servizi, beni e lavoro rischiano di andarsene aumentando i dati di cui si parlava nelle prime righe. Occorre conoscere questi processi, valorizzarli e sostenerli (anche economicamente) perché nel loro piccolo e tra le tante difficoltà stanno lavorando per contribuire a rigenerare le economie di quelle che vengono definite le “aree interne”, patrimoni da difendere con forza e tenacia.
Marco Angeloni (Cooperativa Fer-Menti Leontine)