L'indiscreto: no benedizioni pasquali nelle scuole di Coriano. Sindaco, moltiplica i pani!
La deontologia giornalistica insegna che bisogna rispettare il codice dell’obiettività e non schierarsi da nessuna parte. Probabilmente i partigiani che hanno difeso il nostro paese a sentire tali "i...

La deontologia giornalistica insegna che bisogna rispettare il codice dell’obiettività e non schierarsi da nessuna parte. Probabilmente i partigiani che hanno difeso il nostro paese a sentire tali "inghiozzie" si rivolterebbero nella tomba e magari dato che oggi parlerò di religione li vedremo nuovamente comparire sulla terra per darci una “tozza” dietro la nuca. Dato che scrivo attualmente per un portale locale e rappresento una tv e una radio del riminese metto al centro dell’attenzione il comune di Coriano e la sua battaglia per ottenere all’interno delle scuole la benedizione pasquale. Partiamo dalle regole basilari della vita, quelle che i nostri genitori, quelli che in ogni famiglia e quelli che noi stessi trasmettiamo ai nostri figli, ovviamente mi riferisco al rispetto, all’educazione, alla cultura e al rapporto verso le tradizioni interne ed esterne, colorate e non colorate. Ognuno, chiaramente, al momento del suo avvento al mondo, considerato un dono di Dio, può decidere se avvalersi di tali insegnamenti o non eseguirli, quindi non ritengo oggetto di giudizi coloro che non si presentano a messa nei festivi o in occasioni particolari come non condannerò chi non esegue comunioni o cresime o chi non sposa un tipo di religione. Non condanno neppure coloro che non credono e vengono definiti laici, dopotutto rispetto significa anche accettare. Soffermiamoci su questo termine perché è al centro del mondo corianese e non solo, quando si toccano argomenti del genere. Se in Italia all’interno del nostro paese accettiamo persone di altre culture, di altre tradizioni, quindi straniere ma anche di terra nostra semplicemente laiche, occorre che anche loro accettino le regole che vigono nel nostro territorio e che ritengo significative. Ora vorrei capire perché noi italiani dobbiamo sempre differenziarci dagli altri in malo modo, facendo le cosiddette figure di merda. La benedizione Pasquale all’interno dell’istituto comporterebbe una visita di un giorno all’anno nel calendario scolastico e richiederebbe cinque minuti di tempo nei quali coloro che non credono o appartengono ad altri riti possono semplicemente uscire dalla classe o richiedere un permesso speciale dato l’evento. Che si passi attraverso la sentenza del Tar dell’Emilia Romagna , sull’istanza della Uaar regionale, la quale ha decretato il “no alle benedizioni a scuola” è semplicemente da italiani. Non uso espressioni come “sentenza ridicola “ o simili, perché mancherei in primis di rispetto a costoro, ma permettetemi di urlare che siamo italiani. Che significa essere italiani nel 2016? Essere italiani significa vantarsi di essere stati all’estero e di aver fatto crociere in altri paesi senza prima scoprire cos’è l’Italia e che meraviglie ci regala il nostro paese. Essere italiani significa dare retta ai forestieri e permettere agli altri di comandare e non richiedere permessi. Essere italiani significa lasciare il 90% della popolazione a casa dando lavoro agli stranieri. Essere italiani significa non aver voglia di lavorare e di conseguenza lasciare posti di lavoro agli altri cittadini europei. Essere italiani significa anche aprire le edizioni dei telegiornali con la partita Juventus-Napoli e mettere in secondo piano la crisi che affligge il nostro paese, per non parlare della classe politica che sembra decretare o avvalere ogni giorno certe decisioni senza senso. In un’unica parola: “Accettare. Poi ci meravigliamo che il tasso di deliquenza aumenti? Accettiamo! Ritornando alla decisione nelle scuole, fu già di difficile comprensione quella relativa ai crocifissi, come se nostro Signore, recasse in quella stanza chissà quale grande fastidio. Un crocifisso con relativa figura di piccole dimensioni, in Italia, evidenzio Italia, andrebbe accettato, anche dai forestieri perché dopotutto sei ospite in casa mia e stai alle nostre regole. Ma noi siamo brillanti anche in questo, l’abbiamo tolto. Ora la benedizione pure ci tolgono, manca solo che Berlusconi chieda a Renzi e Napolitano di mettere una foto in tutte le classi mentre alza la coppa Campioni con il Milan e posso dire di averle viste davvero tutte. Bisogna che il popolo italiano, l’Italia, faccia valere con classe, educazione e rispetto i propri diritti, perché è di casa nostra che stiamo parlando. Il sindaco di Coriano, Domenica Spinelli, ha intrapreso perfettamente questa strada, ascoltando le opinioni di tutti, ma non dimenticandosi delle tradizioni e dei valori della nostra Italia. Ha intenzione di ribadirlo ovunque e questa sua mission se così fosse porterebbe davvero “Coriano all’attenzione del panorama nazionale e non solo. Ma mi chiedo analizzando ancora una volta questa triste vicenda, sarà disposta a duplicare il pane e a camminare sull’acqua? Perché in tal caso avrà santi contro e le diavolerie “spinellate” non potranno far nulla. I tacchi da lei tanto amati risulteranno arma invano, il biondo dei suoi capelli non porterà nessun raggio di sole se non sarà ascoltata, magari pregherà nella speranza che qualcuno possa farlo ma poi? Gli anni passeranno, Galileo la osserverà, Colombo nelle acque la guiderà, ma sarà pronta ad arrivare in cima a quella montagna chiamata Italia per urlare oltre che altissima e purissima, libertà di idee e di diritti? Nella settimana di Sanremo come rituale si usa dire: ” Perché Sanremo è Sanremo” ma l’Italia, è l’Italia non facciamoci pestare i piedi e non ignoriamo tali argomentazioni altrimenti continueremo ad accettare.
Daniele Manuelli