Piergiorgio Cappelli: il 2024 chiude come l'anno più caldo mai registrato
Cappelli, memoria storica del meteo riminese, analizza i record del 2024

Piergiorgio Cappelli, classe 1940, figura di riferimento per lo studio climatico locale e attento osservatore delle condizioni meteorologiche di Rimini fin dal 1° gennaio 1955, sottolinea un dato straordinario: il 2024 è stato l’anno più caldo da quando esistono rilevazioni attendibili.
Secondo Cappelli, la temperatura media annua del 2024 ha toccato i +15,8°C, un primato assoluto, superando di poco il precedente record del 2014 e del 2023, entrambi con +15,6°C. Seguono il 2019 (+15,2°C) e il terzetto composto da 2015, 2017 e 2022 (+15°C). Un fatto significativo è che tutti questi anni record appartengono all’ultimo decennio. Cappelli osserva: “Dal 2014 al 2024, tutte le annate hanno superato i +15°C, un chiaro segno del cambiamento climatico in atto”.
Confrontando queste cifre con i dati storici, emerge un netto aumento delle temperature medie negli ultimi decenni. La media del mezzo secolo tra il 1955 e il 2004 si attestava sui +13°C, con decadi progressive:
1955-1964: +12,5°C
1965-1974: +12,7°C
1975-1984: +12,9°C
1985-1994: +13,3°C
1995-2004: +13,9°C
“La matematica non è un’opinione”, sottolinea Cappelli, richiamando l’attenzione sui numeri concreti che testimoniano il global warming (GW), smentendo chi ancora nega l’evidenza.
Sul fronte delle precipitazioni, il 2024 è stato un anno particolarmente piovoso con 1.036 mm totali, ben al di sopra della media annua di 830 mm. Spiccano i 332 mm caduti nel solo mese di settembre, un dato eccezionale.
Anche il mese di dicembre 2024 si distingue, registrando una temperatura media di +6,8°C, che lo colloca all’ottavo posto tra i più caldi dal 1955. Il primato appartiene al dicembre 2023 (+8,3°C), seguito dal 2019 (+7,9°C) e dal doppio record del 2011 e 2014 (+7,2°C). Da notare che la media climatica del dicembre 1955-2004 era significativamente più bassa, pari a +4,2°C.
Le precipitazioni di dicembre 2024 hanno raggiunto i 106 mm, superando anch’esse la media storica mensile di 86 mm.
Attraverso questi dati, Piergiorgio Cappelli conferma ancora una volta l’urgenza di affrontare seriamente i cambiamenti climatici, ribadendo il valore di osservazioni e misurazioni che danno un quadro chiaro della situazione. “I numeri contano – conclude – più delle sensazioni”.