Protesta dei dipendenti Enel anche in provincia di Rimini: "piano industriale inefficiente"

Sciopero degli straordinari fino al 24 marzo. L'8 marzo giornata di sciopero con manifestazioni in tutti i capoluoghi di regione

A cura di Grazia Antonioli Redazione
26 febbraio 2024 09:55
Protesta dei dipendenti Enel anche in provincia di Rimini: "piano industriale inefficiente" - La protesta davanti alla sede di E-Distribuzione a Covignano
La protesta davanti alla sede di E-Distribuzione a Covignano
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Parte la protesta da parte dei dipendenti dell’Enel per salvare la rete elettrica da un futuro “non promettente”. Le 3 categorie sindacali Flaei-Cisl Ficltem-Cgil e Uiltec-Uil hanno proclamato uno sciopero di tutti gli straordinari, a partire dal 24 febbraio fino al 24 marzo. Inoltre l’8 marzo ci sarà uno sciopero di un intera giornata lavorativa, con manifestazioni in tutti i capoluoghi di regione: a Bologna si terrà davanti alla Prefettura e a Roma davanti alla sede dell’Enel.

“I sindacati” si legge nella nota “non stanno chiedendo un maggior compenso economico ma stanno lamentando di un piano industriale inefficiente presentato dall’azienda. Oltre a non investire nell’ambito della produzione (geotermico, idroelettrico e generazione) e nella distribuzione (sta investendo solamente con i soldi del Pnrr) da anni i dipendenti della distribuzione e del mercato stanno coprendo più turni per la mancanza di personale. Il nuovo piano industriale dell’Enel” continua la nota “prevede una massiccia esternalizzazione a imprese esterne e questo comporterebbe più infortuni sul lavoro e una peggior qualità del mantenimento del servizio elettrico a discapito dei cittadini. In un contesto di transizione energetica, dove qualsiasi azienda investirebbe ad occhi chiusi su questo settore, Enel sta andando controcorrente e questo è inaccettabile. Oltretutto alla fine del 2030 scadrà la concessione dello stato sulle linee elettriche dove oggi Enel detiene più dell’80 percento in Italia. Non è di certo un futuro roseo quello dell’energizzazione del paese, dove la richiesta aumenta in anno in anno e l’azienda sembra non volerci credere più di tanto.

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