"Racket" delle badanti all'ospedale di San Marino: imputate assolte, cadono le accuse
Tre donne sono state assolte a San Marino nel processo sul caso badanti

È terminato con tre assoluzioni il processo a San Marino che vedeva imputate tre donne: due badanti di 51 e 52 anni, di nazionalità russa e rumane, e una infermiera sammarinese. Le accuse, a vario titolo, erano estorsione, minacce, abuso di autorità e truffa allo stato.
Secondo il teorema accusatorio, le due badanti gestivano un vero e proprio sistema di caporalato all’interno dell’ospedale, pretendendo una parte del denaro da parte delle altri badanti, che per lavorare dovevano sottostare alle loro richieste. L’infermiera era finita a processo perché accusata lei stessa di indirizzare le famiglie verso le due badanti, esprimendo anche un parere negativo verso le operatrici scelte inizialmente dai congiunti dei ricoverati.
Gli Avvocati Tania Ercolani e Francesco Mancini esprimono grande soddisfazione per l’assoluzione della propria assistita, che ha rinunciato alla prescrizione “per un profondo senso di giustizia, da subito decisa ad ottenere una sentenza di merito che potesse far piena luce sulle vicende al vaglio del Giudice e azzerare le calunniose voci diffuse a carico della stessa e del ruolo di coordinatore delle professioni infermieristiche al tempo dei fatti ricoperto”.
La sentenza di assoluzione con formula piena, evidenziano gli avvocati, “riconosce questo e dà valore e senso al sacrificio di questi anni”.
I legali si riservano di valutare un appello per il rigetto, in sede penale, della richiesta di risarcimento danni – quantificati in 50.000 euro – all’Iss; oppure una distinta azione di tipo civilistico. “Valuteremo anche azioni a tutela della nostra assistita verso chi ha diffuso calunnie sulla sua persona e condotta professionale”.