Referendum cittadinanza: in Romagna oltre 130mila stranieri attendono una svolta
Il voto dell’8-9 giugno potrebbe dimezzare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana

In Emilia-Romagna vivono oltre 575.000 stranieri (12,9% della popolazione), e circa 130.000 di loro guardano con speranza al referendum dell’8-9 giugno. Uno dei quesiti propone di dimezzare da 10 a 5 anni il requisito di residenza per richiedere la cittadinanza italiana, che oggi è ottenibile solo con condizioni severe: reddito stabile per 3 anni, fedina penale pulita, conoscenza della lingua italiana e una lunga burocrazia che può richiedere altri 3-4 anni.
La cittadinanza permetterebbe anche di trasmettere i diritti ai figli minorenni, spesso penalizzati nel percorso scolastico. In Romagna le comunità straniere principali sono romeni, marocchini e albanesi; gli stranieri hanno in media 37 anni e il 18% sono minorenni.
La deputata Pd Ouidad Bakkali, favorevole al Sì, denuncia un sistema troppo rigido e chiede anche l’abolizione del vincolo di reddito per le famiglie con minori. Dal fronte opposto, Fratelli d’Italia invita all’astensione, ritenendo il referendum confuso, ideologico e un rischio per la sicurezza e l’identità nazionale. Secondo la Costituzione, l’astensione è una forma legittima di dissenso, utile anche a far fallire il quorum.
Il risultato potrebbe cambiare la vita a decine di migliaia di persone, ma il dibattito resta fortemente divisivo.