Rimini, 192 posti in Infermieristica ma rischiano di mancare i candidati: "Stipendi rimasti troppo bassi"
La popolazione invecchia, c'è più richiesta di infermieri, ma la professione è meno appetibile: la denuncia di Emma Petitti

Nel 2025 Rimini mette a bando 192 posti per la laurea abilitante alla professione di infermiere. Ma nel corso degli anni sono sempre meno i ragazzi e le ragazze interessati, come riferisce la consigliera regionale Emma Petitti: "Nel 2010, per ogni posto disponibile in infermieristica, si presentavano quasi 3 aspiranti". Oggi invece c'è un candidato per ogni posto. La causa? "Gli stipendi sono rimasti tra i più bassi d'Europa: 32.600 euro lordi annui, contro una media Ue di 39.800. In Lussemburgo, un infermiere guadagna oltre 79.000 euro. In Italia, invece, il salario reale è diminuito dell’1,5% dal 2001 al 2019", evidenzia Petitti, che aggiunge: "Il caro vita ha fatto il resto e, mentre il costo della vita cresce, soprattutto in città turistiche come Rimini, più colpite dall’inflazione e dal costo del mercato immobiliare, gli infermieri faticano a pagare affitti, trasporti, spese quotidiane. Il lavoro notturno, i turni festivi, le responsabilità crescenti non bastano a garantire una vita dignitosa. Il risultato è che chi veniva a lavorare nella nostra Regione dal sud o da altri territori, sta chiedendo di fare ora il percorso inverso, dove il costo della vita salva è più basso. Ogni anno si stima che oltre 10.000 infermieri abbandonano la professione. Alcuni vanno all’estero, dove trovano stipendi doppi e condizioni migliori, altri in pensione, e il ricambio arranca. l’età media è di 56 anni, tra le più alte in Europa".
Meno infermieri, ma l'invecchiamento della popolazione richiede sempre più personale e in particolare più infermieri di comunità. "Ma senza una svolta economica, formativa e culturale, il rischio è che il servizio sanitario nazionale si svuoti. E con esso, la qualità dell’assistenza. Serve un intervento complessivo, che non si limiti a rincorrere l’emergenza, ma costruisca un ecosistema formativo e occupazionale attrattivo e sostenibile. Guardando anche ad altri modelli regionali, dove sono stati introdotti voucher triennali da 1.000 euro l’anno per gli studenti, mobilità semplificata tra aziende sanitarie e sportelli psicologici per il personale, possiamo immaginare un piano regionale che metta al centro il valore della professione infermieristica".
Emma Petitti invoca "accordi territoriali per l’abitare: alloggi calmierati per studenti e giovani professionisti, in collaborazione con enti locali e aziende sanitarie".
"Gli infermieri non sono un costo: sono un investimento sociale. Difenderli significa difendere il diritto alla salute. Valorizzarli vuol dire restituire dignità a chi ogni giorno tiene in piedi ospedali, Rsa, case della comunità", chiosa Petitti.