Rimini apre la stagione dei grandi restauri: si parte con il Giudizio Universale del '300

Rimini inizia il restauro del Giudizio Universale, il grande affresco del '300 a opera di Giovanni da Rimini

A cura di Riccardo Giannini Redazione
18 febbraio 2025 15:06
Rimini apre la stagione dei grandi restauri: si parte con il Giudizio Universale del '300 -
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Si apre la stagione dei grandi restauri, dei capolavori da riscoprire, valorizzare e raccontare. A partire da una delle opere simbolo del patrimonio artistico che Rimini custodisce: il Giudizio Universale di Giovanni da Rimini, il grande affresco trecentesco originariamente situato nella Chiesa di Sant’Agostino, poi strappato e montato su tela a fini conservativi a inizio del Novecento. Di proprietà della Diocesi, l’opera dopo essere stata esposta ai Palazzi dell’Arte, è tornata dallo scorso anno al Museo della Città, cuore del riallestimento dei percorsi espositivi del complesso di via Tonini.

Oggi ci si appresta a scrivere una nuova pagina della storia di questo capolavoro, con l’approvazione da parte della Giunta comunale dell’accordo con la Diocesi riminese per l’avvio formale del percorso che porterà al restauro e alla valorizzazione del timpano del Giudizio Universale.

L’apertura del nuovo percorso espositivo dell’ala nord-ovest del Museo della Città con il ricollocamento del Giudizio Universale è stata infatti l’occasione per avviare una riflessione sulla salvaguardia dell’opera. La possibilità di eseguire controlli visivi ravvicinati ha reso evidente la necessità di un intervento conservativo che ponga rimedio alle problematiche legate al naturale invecchiamento in particolare nei supporti e nei sistemi di montaggio dello ‘strappo’ realizzato da Giovanni Nave tra il 1916 e 1926, intervento grazie a cui si deve la possibilità di poter ammirare ancora oggi l’opera. Queste problematiche si uniscono alla naturale alterazione degli interventi di integrazione pittorica legata al passare del tempo.

L’Amministrazione ha dunque condiviso con la Diocesi la necessità di procedere con un lavoro di restauro, per tutelare il capolavoro, ma non solo: l’obiettivo comune è infatti quello di trasformare l’atto “tecnico” del restauro in una grande occasione di condivisione pubblica, valutando con la Soprintendenza le modalità e le azioni per far conoscere al pubblico le fasi del recupero, documentandole, costruendo attività didattiche e divulgative dedicate.

L’atto approvato ieri dalla Giunta rappresenta il primo step di questo percorso. La sottoscrizione del primo protocollo d’intesa impegna Comune e Diocesi nella definizione di una strategia operativa per la scelta del progetto di restauro del timpano che preveda prima di tutto l’analisi dello stato di conservazione dell’opera e la definizione delle necessità conservative.

Saranno poi individuati i laboratori specializzati che possano eseguire l’intervento, valutando la qualità scientifica e la sostenibilità delle proposte, che saranno vagliati e guidati dalla Soprintendenza. In parallelo saranno attivate strategie di fundraising per la copertura dei costi di restauro e valorizzazione. Una volta selezionato il progetto di restauro, Comune e Diocesi sottoscriveranno un secondo accordo che ne disciplini l’attuazione e le modalità di finanziamento, nonché il piano operativo per il cantiere e la valorizzazione dell’opera.

Il consulente scientifico del progetto è Giovanni Sassu.

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