Rimini: blitz nelle strutture turistiche, maxi sanzioni e due attività sospese per lavoro nero

Lavoro sommerso e sicurezza sul lavoro

A cura di Redazione
09 settembre 2024 11:05
Rimini: blitz nelle strutture turistiche, maxi sanzioni e due attività sospese per lavoro nero - Controlli dei Carabinieri sulla Riviera di Rimini
Controlli dei Carabinieri sulla Riviera di Rimini
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Il Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri Tutela Lavoro di Venezia, insieme ai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Rimini e ai militari delle Stazioni dei Carabinieri di Rimini, Cattolica, Riccione e Misano Adriatico, ha condotto una serie di controlli in strutture turistiche e balneari della riviera di Rimini. L’operazione, mirata a contrastare lo sfruttamento del lavoro sommerso e verificare il rispetto delle normative sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, ha riguardato principalmente il settore della ristorazione e alberghiero.

Durante le ispezioni sono emerse diverse irregolarità, sia in ambito giuslavoristico sia in quello della sicurezza e igiene sul lavoro. In particolare, quattro attività imprenditoriali sono risultate irregolari. Due di queste impiegavano lavoratori “in nero” in percentuale superiore al 10% della forza lavoro, portando alla sospensione temporanea delle attività fino al ripristino delle condizioni legali e all’applicazione della cosiddetta “maxisanzione”. Le strutture coinvolte erano situate a Cattolica e Misano Adriatico.

Inoltre, le ispezioni hanno rivelato gravi carenze in materia di sicurezza, come la mancanza di formazione adeguata, l’assenza di visite mediche preventive e la scarsa fornitura di dispositivi di protezione individuale. Sono state riscontrate anche condizioni igieniche inadeguate e misure tecniche insufficienti, esponendo i lavoratori a rischi, come quello elettrico. Per queste violazioni, due strutture – una di ristorazione a Rimini e una ricettiva a Cattolica – sono state sanzionate.

In totale, sono state impartite 13 prescrizioni per eliminare i rischi e sono state contestate sanzioni per oltre 100.000 euro.

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