Rimini, occupazione femminile: dati in crescita ma il “gap” è ancora troppo ampio
Vicesindaca Bellini: “Non basta, ma sono segnali di un lento, seppur presente, miglioramento”

Il tasso di occupazione femminile in Italia è il più basso tra gli Stati dell’Unione europea, attestandosi 14 punti sotto la media. I dati sul gap occupazionale di genere, riferiti nello specifico ai comuni della provincia di Rimini, non smentiscono questo divario. I numeri sono emersi da una interessante ricerca pubblicata sul sito Openopolis. “Cresce, ma ancora troppo lentamente – spiega Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche di genere del Comune di Rimini – l’occupazione femminile, a fronte però di un carico del lavoro di cura ancora troppo sbilanciato sulla donna. In Italia la strada sembra essere ancora lunga: nel 2022 i richiedenti dei congedi parentali sono stati uomini nel 22,1% dei casi, a fronte del 77,9% delle donne. Un dato in crescita rispetto al passato recente (18,8% nel 2017), ma ancora ben lontano da una genitorialità effettivamente paritaria. Un modello che invece potrebbe avere effetti positivi sulla autonomia delle donne e la qualità di vita dei bambini e anche dei padri. Un’impostazione che è penalizzante in primo luogo per le donne, che in un caso su 5 si trovano a lasciare il lavoro dopo la maternità”. Questo dilemma, tuttavia, non riguarda solo le donne, ma coinvolge anche i padri, i quali spesso si trovano limitati nel vivere una genitorialità piena e condivisa. È un modello che, se da un lato limita le opportunità delle donne, dall’altro comprime la partecipazione dei padri alla vita familiare. I dati parlano chiaro: a Rimini, si registra un differenziale negativo del 12,25% tra donne e uomini occupati.
L’amministrazione si attiva con interventi ad hoc
“Come Amministrazione comunale stiamo intervenendo per potenziare i nidi e le scuole di infanzia, implementandone l’accessibilità. Servizi strategici anche a livello di politiche occupazionali e di genere” dice Bellini. Questi sforzi si stanno traducendo in risultati tangibili e si sta assistendo a una riduzione significativa del gap di genere nelle posizioni lavorative di rilievo, con una tendenza che si avvicina sempre di più alla parità. Tuttavia, non si può abbassare la guardia, “Non basta ovviamente, ma sono segnali di un lento, seppur presente, miglioramento”.