Rimini, Sadegholvaad su concessioni: “Mancanza di chiarezza da parte del Governo”
“Il 31 dicembre 2023 scadono i titoli delle concessioni balneari italiane, mancano 118 giorni”

Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad mette in luce una situazione critica riguardante la scadenza delle concessioni balneari italiane entro il 31 dicembre 2023, come stabilito dal Consiglio di Stato nel novembre 2021, che ha respinto la proroga governativa fino al 2033 in quanto contrastante con la direttiva europea Bolkestein.
Il primo cittadino evidenzia una mancanza di chiarezza e di azioni formali da parte del Governo italiano a meno di quattro mesi dalla scadenza imposta dalla Giustizia. L’autore sottolinea che sembra che il Governo possa scaricare sulle amministrazioni comunali l’onere di gestire questa complessa situazione, il che potrebbe avere conseguenze negative per il turismo italiano, un settore che rappresenta quasi il 13% del PIL nazionale.
“Il nodo è evidente – spiega: da una parte c’è una legge italiana (il cosiddetto Milleproroghe) che richiede di protocollare la nuova scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2024; dall’altra c’è la responsabilità civile e penale dei funzionari comunali di applicare una norma in contrasto con la giurisprudenza amministrativa (la citata sentenza del Consiglio di Stato) e con il diritto europeo (la Bolkestein). Pensiamo forse di mandare al macello, e dunque far pagare per le colpe altrui, le centinaia, probabilmente migliaia, di funzionari comunali responsabili in materia?
Se lo stato di salute di un Paese si misura anche dal livello di collaborazione e di cooperazione tra livelli istituzionali differenti, oggi diciamo che il paziente non sta benissimo, tutt’altro.
I Comuni, in questo silenzio che dice più di qualsiasi parola, stanno legittimamente attrezzandosi per non incorrere nelle infrazioni per chi viole leggi e sentenze ma il risultato finale di questo ‘fai da te’ moltiplicato per mille, sarà con ogni probabilità un patchwork incomprensibile, un’arlecchinata tra spiagge confinanti e assegnate con i criteri più differenti e contradditori, per cui la vittima finale rischia di essere il cittadino, il turista, un settore economico trainante, frantumato in migliaia di pezzi l’uno diverso dall’altro.
Se a Roma sta bene tutto questo, ai sindaci dei Comuni interessati proprio no. E insieme ai sindaci, la cosa dovrebbe essere d’interesse anche per tutti i rappresentanti in Parlamento di questi territori, maggioranza o opposizione non fa alcuna differenza. E intanto il countdown prosegue” conclude.