Scomparsa di Paolucci, il cordoglio della città e delle istituzioni
L’ultimo saluto a nome città da Sadegholvaad e Petitti

“Grazie professore”. Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad saluta a nome di tutta la città Antonio Paolucci, “un gigante della scena culturale italiana dagli anni Sessanta in poi”, scomparso oggi a Roma all’età di 83 anni. Paolucci era nato a Rimini il 29 settembre 1939 e ha fatto della storia dell’arte e soprattutto della cura, della valorizzazione e della salvaguardia del patrimonio artistico italiano una ragione di vita. Tra gli incarichi ricoperti il ruolo di ministro dei Beni culturali e ambientali e di direttore dei Musei vaticani. “Chi lo conosceva- sottolinea il primo cittadino- ne descriveva l’enorme curiosità intellettuale, la propensione mai venuta a meno all’aggiornamento professionale e dunque al confronto aperto, l’attenzione e il rispetto verso ogni opera”. E “soprattutto la necessità di valorizzare quel patrimonio sottovalutato e svilito, facendolo prima di tutto conoscere al presente e al futuro attraverso lezioni, conferenze, libri, progetti culturali, viaggi”. Grazie al suo lavoro, prosegue Sadegholvaad, l’arte italiana “ha potuto parlare al presente e al futuro. E lo ha fatto anche per Rimini, attraverso le sue numerose pubblicazioni e una presenza divulgativa mai fatta mancare”. Nel 1995 è stato insignito del Sigismondo d’Oro proprio come “insigne storico dell’arte, brillante autore di opere scientifiche e di monografie”, che “come sovrintendente e come uomo di governo si è prodigato per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Vincoli d’affetto ed un’intensa attività di ricerca sull’arte riminese, lo tengono vicino alla sua città”.
“Aveva creduto al dovere di valorizzare Rimini quale città”
“Paolucci -continua il primo cittadino – è stato tra coloro i quali hanno posto le basi per il recupero, anche in chiave identitaria, della storia e del passato della città come “voce, chiara, chiarissima, in grado di connettersi al presente e al domani. In questo senso credo di potere dire che Antonio Paolucci, probabilmente prima di tutto e meglio di tutti, aveva creduto alla possibilità, anzi al dovere, di valorizzare Rimini quale città d’arte, sostenendola con i suoi studi e il suo appassionato lavoro”. Per cui, conclude, “se Rimini è riuscita a entrare ora tra le città candidate a Capitale della cultura, una parte del merito va” a lui. Si associa al saluto la presidente dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti: “Rimini e l’intero mondo dell’arte perdono un grande punto di riferimento”. Infatti il suo modo di approcciarsi all’arte è sempre stato “di estrema lucidità e chiarezza, ed era capace così di fare arrivare le meraviglie del nostro patrimonio artistico a tutti. Rimini, conclude, renderà “sempre omaggio alla sua ammirevole competenza e alla sua grande umanità. Alla famiglia e a tutti i suoi cari rivolgo le mie più sentite condoglianze”.