Signora di Sarsina soccorsa dopo una caduta, un modenese salvato in una zona impervia
Due interventi del Saer in un solo giorno

Nella giornata di ieri, due complessi interventi di soccorso in montagna hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di essere preparati durante le escursioni. Entrambi gli episodi hanno avuto luogo nelle incantevoli ma insidiose aree naturali dell’Appennino.
Il primo intervento si è svolto in mattinata nei pressi del sentiero degli Gnomi, nel comune di Bagno di Romagna. Durante una tranquilla passeggiata mattutina, una signora residente a Sarsina ha subito una caduta, riportando un grave trauma alla caviglia che le ha impedito di continuare il percorso. Fortunatamente, una squadra del Saer (Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna) è stata rapidamente dispiegata sul posto. Dopo aver immobilizzato l’arto infortunato e sistemato la donna su una barella appositamente attrezzata, è stato necessario un trasporto di circa 600 metri attraverso terreno accidentato fino alla strada principale. Qui, un’ambulanza l’attendeva per trasportarla all’ospedale di Cesena, dove avrebbe potuto ricevere le cure necessarie.
Il secondo intervento, decisamente più complesso, ha avuto luogo sull’Altopiano di Nasseto, ad un’altitudine di 800 metri. Un uomo proveniente da Modena si è trovato in una situazione pericolosa dopo aver perso il sentiero durante un’escursione. Dopo essere arrivato al rifugio Nasseto, il sessantaquattrenne ha deciso di continuare verso l’area nota come Abbeveratoio. Purtroppo, a breve distanza, ha perso ogni riferimento, ritrovandosi intrappolato in una zona di bosco densamente vegetato, tra pareti rocciose di arenaria e un ripido pendio dal quale era difficile fare ritorno in sicurezza. Riesaminando la situazione, l’uomo ha contattato immediatamente il servizio di emergenza 118. La centrale operativa, valutata la complessità della situazione, ha attivato la squadra di soccorso in montagna della stazione monte Falco.
Il compito per i tecnici del Saer non è stato affatto semplice. Dopo aver localizzato l’escursionista modenese, con grande abilità si sono mossi attraverso il terreno accidentato e impervio fino a raggiungerlo. Utilizzando attrezzature alpinistiche e un imbrago di sicurezza, l’uomo è stato ancorato saldamente e collegato a una corda. Attraverso tecniche alpinistiche avanzate, è stato lentamente calato in sicurezza dal pendio scosceso e riportato al sentiero principale. Questa operazione impegnativa è durata ben sei ore, richiedendo grande dedizione e abilità da parte dei soccorritori.
