Solitudine mistica tra boschi e rocce, l'avvincente storia e curiosità dell'Eremo di Sant’Alberico

Scopri l’Eremo di Sant’Alberico sul Monte Fumaiolo: storia millenaria, pellegrini e miracoli in 1.147 m di spiritualità in Emilia-Romagna.

A cura di Redazione
03 agosto 2025 18:00
Solitudine mistica tra boschi e rocce, l'avvincente storia e curiosità dell'Eremo di Sant’Alberico - Foto: Luca Tizzi/Wikipedia
Foto: Luca Tizzi/Wikipedia
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L’Eremo di Sant’Alberico, situato a 1 147 m s.l.m. nel cuore del Monte Fumaiolo, è un cenobio ininterrottamente attivo dall’XI secolo, arroccato in una profonda gola tra le faggete delle Montagne dell’Appennino tosco‑romagnolo, tra Balze di Verghereto e il monastero delle Celle. Fondato sul luogo di ritiro dell’eremita Sant’Alberico, appartenente all’ordine camaldolese, vi si racconta abbia vissuto in penitenza e preghiera già nel XI secolo, stregando la valle con la sua presenza silenziosa. Dopo secoli di decadenza e abbandono (dal 1822), fu restaurato nel 1873 da don Francesco Dezzi, inclusa una Via Crucis di 14 stazioni sul sentiero d’accesso. Oggi l’eremo è un santuario vivente: accoglie pellegrini e comunità scout, grazie all'opera di eremiti solitari come Fratel Michele Falzone, e conserva un’atmosfera di raccoglimento rarefatto tra il silenzio e gli alberi secolari.

La solitudine mistica tra boschi e rocce

Questo romitorio medievale, incastonato tra Monte Aquilone, Celle e Ocri, fu concepito per offrire una vita di austera contemplazione: una piccola navata, celle scavate nella roccia, silenzio interrotto dal canto del bosco. L’eremo apparteneva inizialmente ai Benedettini, poi ai Camaldolesi, che vi costruirono due celle votive e tre stanze durante il XVI secolo. L’unicità del luogo deriva dal suo senso di isolamento: in inverno permane sotto una coltre di neve, mentre d’estate è svegliato dal cinguettio dei fagiani e dal profumo muschiato dei faggi. Una camminata di 500 m in salita, costeggiata dalle stazioni della Via Crucis, conduce alla porta del cenobio, dove sono custodite le reliquie del santo, tra cui una tibia venerata come amuleto contro malattie addominali.

Cultura, pellegrinaggi e… curiosità

L’eremo ha mantenuto la sua funzione spirituale anche nei tempi moderni, ospitando pellegrini e scout. Dopo il restauro compiuto dal parroco Dezzi nel 1873, la missione è continuata grazie a figure come don Quintino Sicuro (fino al 1968), Fratel Vincenzo Minutello (fino al 2006) e l’attuale eremita Fratel Michele Falzone. I fedeli si recano qui per partecipare alla Messa del 29 agosto, data in cui si ricorda la morte del santo, celebrata con riti solenni e processioni ai piedi del Monte Fumaiolo. Il percorso d’accesso è incluso nel Cammino di San Vicinio, un itinerario spirituale che attraversa l’Appennino romagnolo, collegando chiese e santuari fino alla Verna 

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