Tragedia Villa Verucchio: indagini per chiarire lo stato mentale del giovane ucciso
L’accaduto solleva interrogativi complessi sulla salute mentale del giovane, sull'integrazione e sulla reazione delle forze dell’ordine

Muhammad Sitta, il giovane egiziano di 23 anni coinvolto nel tragico incidente avvenuto la notte di Capodanno a Villa Verucchio, è descritto dagli amici come un ragazzo tranquillo e lavoratore. Tuttavia, ha avuto un crollo mentale che lo ha portato a comportarsi in modo violento. In evidente stato confusionale, Sitta ha accoltellato quattro persone, tentato di ferirne altre e minacciato i carabinieri con un coltello, nonostante i ripetuti avvertimenti del comandante Luciano Masini. L’intervento si è concluso con l’uccisione di Sitta, e ora Masini è indagato per eccesso colposo di difesa, in un fascicolo aperto come atto dovuto.
Gli amici e i parenti di Sitta, sconvolti dall’accaduto, cercano di riabilitare la sua immagine, ricordandolo come un ragazzo che soffriva, ma che celava il proprio disagio. Le indagini si concentrano ora sul suo stato mentale, sull’eventuale assunzione di farmaci e sulle circostanze dell’accaduto. Si punta anche a determinare se l’azione del carabiniere sia stata proporzionata, analizzando i colpi sparati e le relative distanze.