Uccise i figli neonati, al via il processo a Chiara Petrolini: chiesta perizia psichiatrica
In aula la richiesta di perizia psichiatrica, la procura: "Nessun elemento suggeriva segnali di disagio mentale"

Si è aperto davanti alla Corte d’Assise di Parma il processo a carico di Chiara Petrolini, accusata di aver ucciso i suoi due figli neonati, a distanza di un anno l’uno dall’altro. La giovane è imputata per duplice omicidio premeditato. Ma già dalla prima udienza, il confronto tra accusa e difesa si è concentrato su un nodo cruciale: la salute mentale dell’imputata.
“La domanda principale cui questo processo deve rispondere non è solo cosa ha fatto, ma chi sia Chiara Petrolini”, ha detto l’avvocato Nicola Tria, legale della giovane, nell’illustrare la richiesta di una perizia psichiatrica. Obiettivo, secondo la difesa, è quello di “comprendere i comportamenti di Chiara nel periodo che ha preceduto gli eventi”. Tria ha ricordato come le consulenze prodotte nel corso delle indagini abbiano dato esiti opposti: l’accusa ritiene l’imputata capace di intendere e di volere, mentre la difesa sostiene il contrario, evidenziando un possibile disturbo della personalità con stati dissociativi.
Il legale ha rimesso la decisione alla Corte: “Sarà compito vostro capire se sia già opportuno disporla adesso o più avanti. Rimetto a voi la decisione sulla perizia psichiatrica, che fin da ora chiedo sia espletata”.
La pm Francesca Arienti, pur non opponendosi formalmente alla richiesta, ha suggerito di attendere lo svolgimento di almeno una parte dell’istruttoria. “Non c'è nulla nella storia clinica o personale di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica”, ha detto. La pubblica accusa ha sottolineato come la giovane sia sempre stata descritta, da chi la conosceva, come una “ragazza modello”, e come nessun elemento, né nella cartella clinica né nella vita quotidiana, suggerisse segnali di disagio mentale.