Un luogo che nasconde più di quanto immagini | Piazza dei Martiri e Palazzo Pio, tra leggende e realtà
Scopri Piazza dei Martiri e Palazzo dei Pio a Carpi: potere rinascimentale, fantasmi, eccidio del ’44 e museo dei deportati.

Nel cuore di Carpi, si estende Piazza dei Martiri, una delle piazze più vaste d’Italia, voluta dai signori Pio di Savoia nel Rinascimento, affiancata dallo scenografico Palazzo dei Pio. È un luogo che mescola potere, memorie dolorose e curiosità misteriose, capace di stupire oggi come nel XVI secolo. Ho raccolto la storia, le leggenda e una curiosità finale che ti lascerà senza parole.
Piazza dei Martiri: simbolo di potere, tragedia e rinascita
Piazza dei Martiri si estende per 17.000 m², vasta quasi come due campi da calcio, e fu concepita da Alberto III Pio per celebrare la sua corte e l’ascesa umanistica di Carpi. Protetta da eleganti portici e circondata da edifici storici – come il duomo e il castello – ha rappresentato per secoli il fulcro della vita urbana, politica e religiosa.
Nel dopoguerra, la piazza fu ribattezzata “dei Martiri” per onorare i 16 civili e partigiani uccisi dai fascisti il 16 agosto 1944, ricordati da una lapide sotto il castello dei Pio.
Palazzo dei Pio: architettura, musei e fantasmi
Il Palazzo dei Pio, estensione del castello medievale, si sviluppò tra l’XI e il XVII secolo, trasformato in residenza signorile da Alberto III Pio nel XVI secolo. Oggi ospita tre musei – tra cui quello del Deportato Politico e Razziale – la Biblioteca, l’Archivio Storico e il “Castello dei Ragazzi” per bambini.
Tra i segreti più affascinanti c’è la leggenda della “Dama Bianca”, fantasma di una nobile Pio vittima di delitto passionale che si aggira nelle torri, annunciando presagi alla famiglia.
Infine, il cortile d’onore bramantesco, la Torre dell’Orologio (1551) e la torre dell’Uccelliera (1480) testimoniano un’evoluzione architettonica sospesa tra difesa e splendore rinascimentale.
Curiosità
Sotto il Palazzo dei Pio sorge il Museo Monumento al Deportato, nato nel 1973 per commemorare le vittime del vicino campo di Fossoli. Progettato dallo studio BBPR con il coinvolgimento di Renato Guttuso, è uno dei pochi musei che accostano arte, grafica e parole di resistenti e deportati, evocando un’esperienza davvero intensa ed emozionante