Un santuario naturale dell’Appennino bolognese: qui si trova una cascata nascosta che pochi conoscono

Scopri il Parco del Corno alle Scale in Emilia Romagna: vetta di 1945 metri e una cascata segreta amata dagli escursionisti.

A cura di Redazione
01 settembre 2025 18:00
Un santuario naturale dell’Appennino bolognese: qui si trova una cascata nascosta che pochi conoscono - Foto: Chindea Ciprian Emil/Wikipedia
Foto: Chindea Ciprian Emil/Wikipedia
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Nel cuore dell’Emilia Romagna, proprio al confine naturale con la Toscana, si innalza maestoso il Parco regionale del Corno alle Scale, un’area protetta che si estende per oltre 5.000 ettari e che prende il nome dall’omonima vetta, la più alta dell’Appennino bolognese, con i suoi 1.945 metri di altitudine. Questo gigante verde, conosciuto popolarmente come “il tetto della provincia di Bologna”, domina un paesaggio che alterna foreste compatte di faggi e abeti bianchi, pascoli d’alta quota e singolari formazioni rocciose stratificate che raccontano millenni di storia geologica.

Il parco è rinomato non solo per la sua varietà di ecosistemi, ma anche per la capacità di offrire esperienze molto diverse in ogni stagione: in primavera ed estate diventa un paradiso per gli escursionisti grazie a una fitta rete di sentieri che collegano l’Emilia Romagna alla Toscana, mentre in inverno si trasforma in una delle principali stazioni sciistiche dell’Appennino settentrionale, con piste panoramiche e tracciati di fondo che attirano appassionati da tutta Italia. La fauna qui è sorprendente: cervi, caprioli e lupi appenninici convivono con specie rare di rapaci, come l’aquila reale, e con farfalle endemiche che popolano i prati fioriti d’alta quota.

Le Cascate del Dardagna: il “canto del fiume” tra mito e natura

Una delle attrazioni più suggestive dell’area protetta è rappresentata dalle Cascate del Dardagna, un sistema di salti d’acqua che scende per oltre 200 metri attraverso sette balzi spettacolari, incorniciati da boschi di abete bianco e faggio. Questo spettacolo naturale ha ispirato nei secoli racconti popolari e leggende: si dice infatti che il fragore dell’acqua fosse percepito dai pellegrini medievali come “il canto del fiume”, una guida sonora verso il vicino Santuario della Madonna dell’Acero, costruito nel XVI secolo in seguito a un evento miracoloso. La cascata non è solo una meta turistica, ma anche un importante ecosistema umido, fondamentale per molte specie anfibie e vegetali rare che vi trovano il loro habitat ideale.

Sentieri, rifugi e panorami doppi

L’area del Corno alle Scale è percorsa da numerosi sentieri CAI che permettono di vivere esperienze immersive: dall’itinerario verso il Monte La Nuda, con viste che spaziano dal Mar Tirreno fino all’Adriatico, ai percorsi che conducono ai rifugi storici del parco, come il Rifugio Scaffaiolo, situato accanto all’omonimo lago glaciale. Uno degli aspetti più affascinanti e meno noti è proprio questo doppio affaccio panoramico: in giornate limpide, salendo sulla vetta principale, si può scorgere a ovest il mare toscano e a est l’Adriatico, un fenomeno rarissimo per l’Appennino e che regala un’esperienza visiva quasi alpina, ma a pochi chilometri dalle città della pianura.

Il parco non è solo natura: custodisce anche testimonianze storiche e spirituali, come l’eremo di Madonna dell’Acero, che divenne luogo di pellegrinaggio per le popolazioni montane e che ancora oggi è meta di processioni. Lungo i percorsi si trovano inoltre resti di antiche carbonaie e tracce di pastorizia transumante, memoria di una montagna da sempre vissuta e modellata dall’uomo.

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