Amarcort Film Festival, 18 anni fa l’esordio in spiaggia a Rimini: un lungo percorso di "corti"

Il Festival di cortometraggi, in programma dal 25 al 30 novembre, si prepara all'edizione 2025

A cura di Redazione Redazione
17 novembre 2025 15:01
Amarcort Film Festival, 18 anni fa l’esordio in spiaggia a Rimini: un lungo percorso di "corti" - I fondatori nel 2008
I fondatori nel 2008
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L'Amarcort Film Festival è cresciuto. Quella di quest'anno, in programma dal 25 al 30 novembre, non sarà un'edizione qualunque. Le candeline sulla torta saranno infatti 18, a rammentare un percorso lungo e tortuoso, fatto di tentativi ed esperimenti fino alla maturazione definitiva.

Ricordando gli esordi. Era il 2008 quando "quattro  amici al bar", come ricorda spesso la direttrice artistica Simona Meriggi, decisero di organizzare un concorso di cortometraggi. Vengono da esperienze e percorsi differenti, ma insieme (ci sono anche Marco Serio, Alessandro e Fabio Ceccarelli) hanno appena girato l'Italia con un corto scritto, diretto e prodotto in economia: si chiama Seggio 17 e sarà un successo. Così, dopo aver raccolto premi lungo tutto lo stivale, passando da un festival all'altro, decidono di farselo da soli. A Rimini. Nella città che diede i natali a un mostro sacro come Federico Fellini. Lo organizzano in spiaggia, d'estate, sulla battigia di Rimini Terme: due serate soltanto, un format asciutto ed essenziale. Poi tutti a casa. "L'obiettivo? Dare più dignità, e soprattutto visibilità, a un un linguaggio, quello del cortometraggio, troppo spesso bistrattato. Soprattutto in Italia". Un obiettivo che continua ad essere coltivato e nutrito, anno dopo anno.

Il resto è storia. La crescita costante di pubblico, gli esperimenti, i personaggi che in questi anni hanno calcato i palchi più prestigiosi della città, dalla Cineteca Comunale al Teatro degli Atti, arricchendo e ispirando l'evento e le sue mille trasformazioni. Ospiti del calibro di Nicola Piovani e Milo Manara, ma anche giovani concorrenti come Edoardo De Angelis e Sydney Sibilia diventati poi registi di successo. Fino all'incontro con Shane Smith, direttore di "Special Projects" del "TIFF – Toronto International Film Festival", che nel 2014 partecipò come giurato e regalò all'Amarcort l'ambizione di osare, "trasformandolo" da semplice concorso a festival di fama internazionale. Anche grazie al rapporto con la Fondazione Fellini e alla 'benedizione' sempre manente di Francesca Fabbri Fellini, nipote del maestro, con cui non sono mai mancate stima reciproca e collaborazione. "Il nome di Fellini, soprattutto all'estero, è un brand riconosciuto. Ma il nostro accostarci al maestro non è mai stato sfacciato – dichiara Meriggi - lo facciamo in punta di piedi e soprattutto con una coerenza che siamo sicuri  anche lui avrebbe apprezzato".

Ma oggi non c'è spazio per farsi coccolare dalla nostalgia, come per tutti i neo-maggiorenni è tempo di guardare al futuro. "Lasciare casa? Nemmeno per sogno", ribatte con fermezza Simona Meriggi. "Però per convivere sotto lo stesso tetto serve reciprocità. L'Amarcort Film Festival è figlio di Rimini, fosse per noi resteremmo a vita, ma negli ultimi anni ci siamo sentiti un po'  abbandonati. Vedremo nel 2026". Intanto, come dicevamo, è tempo di programmi. E quello di quest'anno sarà un programma decisamente ricco: 250 corti selezionati, tra oltre 2mila pellicole arrivate, provenienti da oltre 70 Paesi nel mondo. Dall'Iran agli Stati Uniti, dal Messico alla Nuova Zelanda. E uno perfino dalla Palestina. Undici le sezioni e i premi che saranno consegnati nella serata di gala, sabato 29 novembre. "Una produzione incredibile quest'anno, sempre più globale . Ma anche dalla nostra regione – assicura Meriggi - sono arrivati tanti lavori interessanti".

Felliniani nel mondo. Quest'anno il premio andrà a due personaggi molto diversi tra loro: l'ex assistente e segretario Gérald Morin, che lavorò con il maestro dal 1971 al 1977, contribuendo a capolavori come Roma e soprattutto Amarcord, e lo scrittore Andrea De Carlo, di cui Fellini s'innamorò dopo aver letto il romanzo "Uccelli da Gabbia e da voliera".  "I felliniani nel mondo, quelli che con Fellini hanno collaborato, ormai come specie in via d'estinzione. La loro testimonianza è qualcosa di unico e bisogna preservarli", spiega Meriggi.

Giovani felliniani crescono. Da qualche anno è stato istituito anche il Premio Burdlaz, dedicato ai registi under 40 al loro primo lungometraggio: una sorta di radar per scoprire tracce, influenze e suggestioni felliniane nelle nuove pellicole. "Perché non ha senso restare ancorati al passato, bisogna guardare avanti". Tre le pellicole che in questi giorni, dopo il verdetto dei giurati, hanno strappato il biglietto per la fase finale: Ciao Bambino (di Edgardo Pistone), Holy Shoes (di Luigi Di Capua) e Quasi a casa (di Carolina Pavone).

Il campus cresce. Saranno quattro le scuole di cinema – provenienti da tutta Italia – che parteciperanno all'edizione 2025, con l'obiettivo di lavorare ad un cortometraggio comune che sarà proiettato sabato 29 novembre. Ma soprattutto con l'obiettivo di fare network, collaborando e contaminandosi a vicenda. Tre le masterclass a cui potranno partecipare gratuitamente: quella con Eros Gioetto della NABA di Milano, con la poetessa Rosita Copioli e con lo stesso Gérald Morin.

"Cari anniversari". Nella lista degli appuntamenti da non perdere anche la mostra di caricature curata da Marco Martellini, che omaggerà attori e film che nel 2025 hanno celebrato i propri anniversari. Ci saranno quindi disegni dedicati ai 60 anni di “Giulietta degli spiriti" di Fellini e a tanti altri film come “Amici miei”, “Fantozzi” e “Ritorno al futuro”. E tra i vari attori sarà presente anche Woody Allen che il 30 novembre, ultimo giorno del festival, compirà 90 anni.
Le caricature saranno esposte nella sede del Museo Fellini di Rimini presso il cinema Fulgor a partire dal 25 novembre.

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