Emergenza abitativa: cresce la mobilitazione in Emilia Romagna

Sunia: 'Serve un piano casa, non servono promesse e neanche campagne di disinformazione'

A cura di Glauco Valentini Redazione
08 febbraio 2024 11:37
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L’organizzazione degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica, SUNIA, sta intensificando la sua mobilitazione a seguito di due leggi di bilancio del governo Meloni che non hanno affrontato l’emergenza abitativa. Attualmente, stanno completando la raccolta delle firme su una petizione popolare per richiedere provvedimenti urgenti in materia di politiche abitative.

In poche settimane, hanno raccolto oltre 6.000 firme da Piacenza a Rimini. Queste firme verranno presto consegnate a Roma insieme a quelle raccolte nel resto d’Italia. La loro proposta è chiara: di fronte all’aumento degli affitti e dei mutui, è necessario un piano casa che preveda la costruzione di nuove case popolari, la ristrutturazione delle decine di migliaia di case inutilizzate, il finanziamento dell’edilizia residenziale a proprietà indivisa a canoni calmierati, l’allocazione di risorse per il contributo affitto, la regolamentazione degli affitti brevi ad uso turistico e l’incremento degli alloggi pubblici per studenti fuori sede.

In Emilia Romagna, i numeri parlano di 25.000 famiglie in graduatoria Erp, 7.000 alloggi Erp sfitti per mancanza di risorse, 3.600 sfratti, affitti che assorbono il 30-40% del reddito percepito e migliaia di giovani lavoratori e studenti in cerca di affitti calmierati. L’emergenza abitativa in regione richiede interventi urgenti da parte del governo centrale, in quanto le risorse del bilancio regionale sono insufficienti.

Tuttavia, i dirigenti e i politici regionali di centrodestra sembrano attualmente più interessati a fomentare una guerra tra ceti sociali in difficoltà, lanciando raccolte di firme per petizioni che vorrebbero contrastare l’azione recente della Regione, intervenuta su regolamenti comunali palesemente discriminatori verso i cittadini in attesa di un alloggio popolare.

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