Femminicidio in casa a Rimini, De La Cruz condannato a 24 anni e due mesi di reclusione

Il 19 maggio del 2022 Aldana De La Cruz, 55enne peruviano uccise l'ex compagna

A cura di Redazione
29 gennaio 2024 16:10
Femminicidio in casa a Rimini, De La Cruz condannato a 24 anni e due mesi di reclusione - Polizia scientifica, foto repertorio Ansa
Polizia scientifica, foto repertorio Ansa
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Maximo Aldana De La Cruz, 55enne peruviano, è stato accusato di aver ucciso la sua ex compagna, Noelia Rodriguez, con 18 coltellate in un appartamento a Rimini il 19 maggio 2022. I sostituti procuratori Davide Ercolani e Stefano Celli hanno chiesto l’ergastolo per lui. Aldana, che era arrivato in Italia un mese prima dell’omicidio e viveva a Milano, aveva intenzione di trasferirsi a Rimini per sposare Rodriguez. È stato arrestato dalla squadra mobile mentre era ancora vicino al cadavere della donna, con in tasca l’anello di fidanzamento. Aldana è difeso dall’avvocato Paola Benfenati del foro di Bologna, che ha chiesto il rito abbreviato e ha ribadito la non sussistenza delle aggravanti e del reato di stalking. Aldana, che è in carcere a Rimini, ha iniziato ad imparare l’italiano frequentando lezioni di scuola media. In aula, si è più volte commosso e asciugato gli occhi dalle lacrime. I tre figli della vittima e la nipotina di pochi anni, presenti in Tribunale, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Morena Ripa. Aldana ha una figlia in Italia con la quale ha mantenuto i contatti durante l’anno di reclusione.

Aggiornamento:

E’ stato condannato a 24 anni e due mesi di reclusione, al risarcimento della parte civile con una provvisionale di 50 mila euro, Maximo Aldana De La Cruz, il 55enne reo confesso dell’omicidio dell’ex compagna. E’ arrivata nel tardo pomeriggio la sentenza di prima grado per l’omicidio di Noelia Rodriguez, uccisa il 19 maggio del 2022 a Rimini. La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Fiorella Casadei, ha escluso i motivi abietti e futili e della crudeltà, ma non l’aggravante del legale familiare. La Corte ha riconosciuto le attenuanti generiche. In apertura di discussione nella duplice requisitoria i sostituti procuratori Davide Ercolani e Stefano Celli, avevano chiesto l’ergastolo, mentre la difesa, l’avvocata Paola Benfenati del Foro di Bologna aveva chiesto l’esclusione delle aggravanti visto anche il comportamento collaborativo dell’imputato.

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